Un uomo muore dopo essersi sentito male a 50 metri dall’ospedale di Mont-Godinne: i soccorsi sono intervenuti troppo tardi? L’ospedale si difende

Un uomo muore dopo essersi sentito male a 50 metri dall’ospedale di Mont-Godinne: i soccorsi sono intervenuti troppo tardi? L’ospedale si difende
Un uomo muore dopo essersi sentito male a 50 metri dall’ospedale di Mont-Godinne: i soccorsi sono intervenuti troppo tardi? L’ospedale si difende
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Sfortunatamente, l’uomo alla fine è morto in terapia intensiva.

L’ospedale afferma di aver rispettato le procedure

In un comunicato stampa diffuso questo venerdì, l’Ospedale universitario dell’UCL Namur assicura che le procedure sono state “rispettate scrupolosamente” e smentisce qualsiasi malfunzionamento. “Secondo la procedura in vigore dal 2011, dobbiamo considerare l’esterno dell’ospedale come un’autostrada pubblica. Si tratta di aiuti medici urgenti e quindi di un indirizzo del 112”, spiega Benjamin Vallée, portavoce dell’Ospedale universitario UCL di Namur.

Inoltre, l’ospedale può garantire che l’aiuto è stato effettivamente prestato alla vittima in un periodo “più breve” di quello menzionato dal testimone. Infatti Centrale 112 parla di 11 minuti tra la chiamata e l’arrivo dell’ambulanza, e non di 30 minuti.

Ciononostante è stata aperta un’indagine interna all’interno della direzione del 112 di Namur per verificare se tutto si è svolto secondo le regole.

Limiti dell’intervento extraospedaliero

Anche se alla fine delle indagini risulta che tutte le procedure sono state rispettate, Bénédicte si chiede “come sia possibile che un uomo possa perdere la vita in questo modo a 50 metri dal pronto soccorso, nel parcheggio di un ospedale pieno di operatori competenti” persone?

Di fronte a questa domanda, che può “sembrare legittima” ai cittadini, l’ospedale ha voluto fornire un chiarimento. «Le nostre squadre di emergenza non possono lasciare il loro posto e devono essere pronte a intervenire immediatamente per tutti i pazienti in situazioni critiche già presenti nel pronto soccorso. L’uscita dall’ospedale da parte delle nostre squadre potrebbe mettere in pericolo altri pazienti», spiega Benjamin Vallée.

gabbiano

Comprendiamo che questa situazione possa destare preoccupazione, ma confermiamo che è stata fornita assistenza a una persona in pericolo.

L’ospedale si rifiuta inoltre di assumersi qualsiasi responsabilità per non aver prestato assistenza a una persona in pericolo, come ha affermato un avvocato intervistato dalla RTBF.

“Comprendiamo che questa situazione possa destare preoccupazione ma confermiamo che c’è stata assistenza ad una persona in pericolo. Dopo essere stato interrogato dai testimoni presenti sul posto, il nostro medico d’urgenza ha interrogato il 112 sulla necessità di far scattare il SMUR. Sulla base delle informazioni raccolti durante la prima chiamata, la Centrale ha ritenuto, in quel momento, che la gravità della situazione non giustificava lo spostamento di una squadra dello SMUR”, giustifica il portavoce del CHU, che si rammarica di una denuncia “di parte” e “poco sfumato”.

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