questa modifica della proposta di legge suscita grandi timori

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questa modifica della proposta di legge suscita grandi timori
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Il testo del governo sulla fine della vita, modificato dalla commissione, arriva lunedì pomeriggio al Palazzo Borbone per due settimane di dibattito. Si parla in particolare di una modifica da parte dei deputati sulla “prognosi vitale” dei pazienti.

Il disegno di legge volto a legalizzare l’assistenza attiva ai morenti arriva lunedì 27 maggio 2024 in sessione plenaria all’Assemblea nazionale. È stato appena rivisto dalla commissione speciale sul testo sulla fine della vita, suscitando tra alcuni serie preoccupazioni sulla inclusione di altri pazienti precedentemente esclusi dal quadro per beneficiare di un’assistenza attiva alla morte. L’ultima versione, modificata dalla commissione, servirà da base per la discussione dei deputati. Questi ultimi hanno ora due settimane, fino all’11 giugno, per adottare un testo in prima lettura.

Prognosi vitale “in fase avanzata o terminale”

Secondo il disegno di legge, modificato dalla commissione, una persona deve essere “malata, affetta da una malattia grave e incurabile, in fase avanzata o terminale” per beneficiare dell’assistenza alla morte. Ma non è tutto. Eventuali sofferenze psicologiche” potrebbero essere necessarie, “refrattarie alle cure” oppure “insopportabili” e “connesse alla malattia”. Inoltre, l’interessato deve poter “esprimere in ogni momento la propria volontà in modo libero e informato”. fase del processo.

Recentemente, un cambiamento ha attirato particolarmente l’attenzione di Agnès Firmin-Le Bodo, presidente della commissione speciale. Questa la prognosi vitale “impegnata nel medio o breve termine”. Per lei “l’equilibrio originario è stato rotto” di cui si rammarica Opinione. La commissione ha sostituito la “prognosi vitale impegnata a breve o medio termine” con la nozione di “in fase avanzata o terminale”.

Olivier Falorni si rammarica di una “incoerenza nel testo”

Questa modifica potrebbe includere un numero maggiore di pazienti, alcuni dei quali non sono in fin di vita? Assolutamente no per Olivier Falorni, relatore della commissione: “Questo testo risponde a due fondamentali, sviluppare e rafforzare le cure palliative e consentire un’ultima risorsa, l’assistenza al morire. La commissione ha ripreso l’esatta formulazione fatta dal Ministero della Salute. ha parlato della necessità che una malattia grave e terminale in fase avanzata o terminale possa accedere alla morte assistita” precisa - questo lunedì.

E prosegue: «Il governo spiega cos’è una malattia grave: una malattia con prognosi pericolosa per la vita della persona. La nozione non compare più nel testo». Per questo, secondo lui, “è indubbiamente necessario reintrodurla. Oggi la sfida è fare una legge applicabile che verrà applicata. La procedura per accedere all’assistenza al morire non è quasi cambiata, il principio è auto- -amministrazione, se il paziente non è in grado di farlo, può ricorrere a un medico, un infermiere o una terza persona. Si rammarica invece di una “incoerenza del testo che dovrà essere risolta in seduta nelle ore e nei giorni a venire”.

Sofferenza psicologica, in gran parte dimenticata nel testo?

Se il termine prognosi vitale “in fase avanzata o terminale” è il punto centrale del contendere, non è certo l’unico. Altra modifica del testo, il diritto all’assistenza alla morte può ora essere offerto ai pazienti incurabili in caso di sofferenza fisica, ed eventualmente psicologica. La “o” è stata sostituita da una “e” nella seconda versione e questo è molto importante. In effetti, questa novità potrebbe danneggiare alcuni pazienti e ridurre significativamente questo diritto. Infine, è stato presentato un emendamento dal deputato correlato Rinascimento Cécile Rilhac mira a dare ai pazienti la possibilità di scegliere di delegare il gesto di somministrare la sostanza letale per morire, sia a una persona che li accudisce che a una persona cara. Una proposta che non è accettabile per alcuni operatori sanitari.

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