Giro: Tadej Pogacar (UAE-Emirates), grande e indiscutibile vincitore del Giro d’Italia 2024

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“Sono venuto, ho visto, ho conquistato”. Secondo i testi antichi, questo avrebbe detto Giulio Cesare dopo aver sconfitto Farnace II durante la battaglia di Zela, nel 47 a.C. Questa domenica, a Roma, Tadej Pogacar avrebbe potuto facilmente pronunciare questa celebre espressione analizzando il suo successo al Giro d’Italia 2024. La formula è concisa, è vero, e avrebbe sicuramente lasciato più affamato l’osservatore. Ma riassume perfettamente quello che sono state le tre settimane di gare del prodigio sloveno sulle strade transalpine: un dominio costante.

Dopo aver scoperto la Vuelta nel 2019 e aver partecipato agli ultimi quattro Tour de France, il corridore 25enne ha deciso di innovare nel 2024, schierandosi alla partenza del Giro per la prima volta nella sua carriera. A detta di tutti, era il favorito schiacciante per la vittoria finale, grazie al suo inizio di stagione stratosferico (vincitore della Strade Bianche, di quattro tappe e della generale del Giro di Catalogna, oltre alla Liegi-Bastogne-Liegi) e relativamente concorrenza debole, mancano Primoz Roglic (vincitore dell’edizione 2023), Remco Evenepoel e Jonas Vingegaard.

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Pogacar non ha vinto il Giro, lo ha schiacciato

Pogi assunse questo status senza batter ciglio. Ma non ha vinto solo il Giro d’Italia. Lo ha schiacciato. Se lo sfacciato Jhonatan Narvaez gli ha messo i bastoni tra le ruote tagliando il traguardo proprio davanti a lui nella tappa inaugurale, il prodigio di Komenda ha messo le cose in chiaro il giorno successivo, sulla salita che porta al santuario di Oropa. Una dimostrazione di forza che gli ha permesso di stupire, di conquistare la prima vittoria di tappa al Giro e, soprattutto, di conquistare la maglia rosa.

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Il momento in cui Pogacar ha messo le mani sul 2° palco: il suo attacco perfetto in video

La gara era appena iniziata e Pogacar avrebbe potuto essere tentato di togliersi questa preziosa ma ingombrante casacca, ad esempio facendola indossare per qualche giorno a un fuggitivo. Per lasciare ad altri il controllo della gara e risparmiare energie, lontano dagli obblighi di protocollo quotidiano che il leader assoluto deve onorare. Al suo posto altri avrebbero senza dubbio fatto questo calcolo. Non lo sloveno, che ha trascorso tre settimane in rosa. E ha continuato, secondo i suoi voli, ad aumentare il suo vantaggio in testa alla classifica.

6 tappe vinte in totale

Perché anche se ha approfittato delle conferenze stampa organizzate nei giorni di riposo per promettere che avrebbe corso in una maniera più “difensiva”, il ghiottone degli Emirati Arabi Uniti è stato instancabilmente sopraffatto dal suo vorace appetito. In totale ha accumulato sei vittorie, tra cui la prima cronometro e diverse tappe di montagna. Alcuni evidentemente erano segnati da tempo nel suo diario di viaggio, come la tappa principale, arrivata a Livigno. Ma ha vinto anche senza volerlo – o quasi -, inghiottendo nelle ultime centinaia di metri, in Val Gardena, lo sfortunato Giulio Pellizzari.

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E cinque: L’orco Pogacar si ripete in Val Gardena

Ogni volta messo in orbita da una squadra costruita in modo intelligente, perfettamente oliata e che non ha mai sperimentato il minimo vuoto d’aria, il doppio vincitore del Tour (2020, 2021) si è preso cura di vincere da solo. Dopotutto i suoi inseguitori non osavano seguirlo, per paura di esplodere a mezz’aria, il che la diceva lunga sul divario di livello tra lui e gli altri. Un divario facilmente percepibile nella classifica generale, dal momento che il protetto di Matxin Fernandez ha concluso l’evento con 9’56” di vantaggio sul suo secondo classificato, Daniel Felipe Martinez.

In questo mese di maggio 2024, Tadej Pogacar è venuto per la prima volta al Giro d’Italia. Vide ciò che il suo livello gli permetteva di fare e ciò che lo separava dai comuni mortali. E ha vinto, inevitabilmente, alla grande. Questa domenica Roma ha incoronato un nuovo imperatore, la cui legittimità non è mai stata contestata. E chi, tra qualche settimana, potrà contare sulla fiducia immagazzinata per partire alla riconquista di un altro territorio.

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