dopo quello tra Attal e Bardella lo scenario non passa agli altri partiti

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LUDOVIC MARIN/AFP Emmanuel Macron e Marine Le Pen durante il dibattito tra i due turni delle elezioni presidenziali del 24 aprile 2022.

LUDOVIC MARIN/AFP

Emmanuel Macron e Marine Le Pen durante il dibattito tra i due turni delle elezioni presidenziali del 24 aprile 2022.

POLITICA – Elezioni “rapito”, “inganno democratico”… La semplice ipotesi di un dibattito tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen prima delle elezioni europee del 9 giugno non regge alle opposizioni di destra e di sinistra, già scottate dal precedente tra il primo ministro Gabriel Attal e il capofila Jordan Bardella su 23 maggio.

Emmanuel Macron si è ripetuto sabato 25 maggio Il parigino era “pronto a discutere ora” con Marine Le Pen. Ma non si tratta di soddisfare le condizioni poste dal tre volte candidato alla presidenza, vale a dire la promessa di scioglimento… o le dimissioni in caso di sconfitta. Condizioni che ha ricordato dopo la risposta del capo dello Stato.

In questo contesto, il dibattito è quindi lungi dall’essere concluso, soprattutto perché il tempo stringe, con la campagna che terminerà il 7 giugno a mezzanotte. Ma il semplice fatto che il Presidente della Repubblica abbia accettato di partecipare all’esercitazione fa arrabbiare l’opposizione.

“Inganno” per “salvare una lista in difficoltà”

«Tutto questo è un immenso inganno democratico (…) Esistono diverse liste in concorrenza, il Presidente della Repubblica non ha il diritto di scegliere l’avversario che considera in realtà la sua migliore assicurazione sulla vita », così vituperato il capo della lista Les Républicains François-Xavier Bellamy. La stessa persona si era già indignata, in diretta su France 2, allo scambio organizzato tra il primo ministro e il presidente della Rn. Questa volta attacca il capo dello Stato che “tradisce lo spirito e la regola delle nostre istituzioni” per cercare di salvare la sua “lista perduta”stima l’eurodeputato su BFMTV.

Emanuele Macron “è, secondo la Costituzione, al di sopra dei partiti, il garante dell’unità nazionale. E vederlo oggi scendere nell’arena di queste elezioni europee… Dov’è comunque il suo capolista? Dov’è Valérie Hayer? Spetta a Valérie Hayer discutere e guidare questa lista, in nessun caso davanti al Primo Ministro e ancor meno al Presidente della Repubblica”castiga. “Seguimi, scappo da te, scappa da me, ti seguo”scherza anche il presidente della LR Éric Ciotti.

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“Faccia a faccia mortale”

La sinistra è altrettanto infastidita. Sabato 25 agosto, in un incontro ad Aubervilliers, Manon Aubry ha ironizzato e il pubblico ha fischiato il dibattito Attal-Bardella e la nuova proposta di dibattito avanzata da Emmanuel Macron a Marine Le Pen. Su CNews e Europe 1 questa domenica 25 maggio, Manuel Bompard accusa “Potere macronista” volere “confiscare queste elezioni” con “la complicità dell’estrema destra” e chiede la presenza di un rappresentante di sinistra, per non dire ribelle.

“Se Emmanuel Macron deve discutere con Marine Le Pen, ciò significa che si tratta delle ultime elezioni presidenziali. E alle ultime elezioni presidenziali non erano presenti due blocchi, erano tre”, sostiene Manuel Bompard riferendosi a Jean-Luc Mélenchon e al suo 22% al primo turno. “Se deve esserci un dibattito per far luce sul dibattito tra le diverse famiglie politiche, deve essere un dibattito a tre e non a doppio senso, se vogliamo essere rispettosi del risultato democratico delle ultime elezioni presidenziali” chiede, sulla stessa linea di Jean-Luc Mélenchon.

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Se nel 2022 il terzo blocco era indiscutibilmente a favore della LFI, in queste elezioni europee la bilancia pende chiaramente verso l’alleanza PS/Place publique attorno a Raphaël Glucksmann.

E non gli piace nemmeno l’uscita presidenziale. “L’organizzazione di questo faccia a faccia permanente con l’estrema destra, lo fanno da sette anni e stanno cercando di rapire nuovamente le elezioni”ha dichiarato sabato sera a margine di un incontro a Brest. “I francesi non si lasciano ingannare, non vogliono più questo faccia a faccia mortale per la democrazia francese”, ha assicurato il candidato. Nello stesso campo, il primo segretario del PS Olivier Faure critica il presidente per aver insediato l’estrema destra “come unica alternativa” stabilendolo come suo unico avversario.

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Tra gli ambientalisti, la segretaria nazionale dei Verdi, Marine Tondelier, ironizza sul fatto e chiede un dibattito centrato sull’ecologia a “ maestro degli orologi » Chi “vuole controllare il ritmo della campagna europea e il formato dei dibattiti. »

Mentre la lista di estrema destra guidata da Jordan Bardella supera il 30% delle intenzioni di voto, la lista Rinascimento guidata da Valérie Hayer continua il suo inesorabile declino: nella nostra classifica è ormai al 16%, in calo di quasi 3 punti in due mesi. Benché molto seguito e più favorevole al suo partito che alla RN, il dibattito Attal/Bardella non ha avuto un effetto immediato sulla sua dinamica, secondo il sondaggio quotidiano condotto dall’IFOP il 24 maggio, dove la lista Rinascimento è rimasta stabile.

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