Status quo: Israele e Hamas sono inflessibili, i negoziati per una tregua a Gaza non vanno avanti

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Un incontro al Cairo su una proposta di tregua associata al rilascio degli ostaggi nella Striscia di Gaza si è concluso domenica senza progressi concreti, mentre Israele e Hamas rimangono inflessibili dopo sette mesi di guerra.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele “non capitolerà” davanti a Hamas e non può “accettare” le richieste del movimento islamista, che chiede un cessate il fuoco permanente nei territori palestinesi come prerequisito per qualsiasi accordo, in particolare sulla liberazione degli ostaggi rapiti il ​​7 ottobre in Israele. Benjamin Netanyahu continua a minacciare di lanciare un’offensiva sulla sovraffollata città di Rafah, all’estremità meridionale della Striscia di Gaza.

Il Primo Ministro ha anche annunciato la decisione del suo governo di chiudere l’ufficio in Israele del canale Al-Jazeera, con sede in Qatar. Il canale, che ha dedicato ampio spazio alla copertura della guerra a Gaza, ha cessato le trasmissioni in Israele nel pomeriggio. Al-Jazeera ha denunciato una decisione “criminale” e Hamas ha denunciato una “palese violazione della libertà di stampa”, volta “a nascondere la verità” sulla guerra.

Il leader di Hamas, Ismaïl Haniyeh, con sede in Qatar, aveva precedentemente accusato Netanyahu di “sabotare gli sforzi dei mediatori” in vista di una tregua, mentre continuavano al Cairo le discussioni iniziate il giorno prima tra una delegazione del movimento e rappresentanti del Qatar e dell’Egitto. Un funzionario di Hamas ha annunciato a fine giornata che l’incontro era terminato e che la delegazione sarebbe partita per Doha per consultare la sua leadership politica.

L’offerta dei paesi mediatori Qatar, Egitto e Stati Uniti, presentata a Hamas alla fine di aprile, prevede una tregua associata alla liberazione degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza, in cambio dei prigionieri palestinesi detenuti da Israele. Secondo i media americani, il capo della CIA William Burns era al Cairo domenica, mentre Israele non era presente ai colloqui. Un funzionario di Hamas ha detto domenica scorsa che il movimento “non accetterà in nessun caso un accordo che non preveda esplicitamente la fine della guerra”.

“Quando Israele mostra la sua buona volontà, Hamas persiste nelle sue posizioni estreme, guidato dalla richiesta del ritiro delle nostre forze dalla Striscia di Gaza, della fine della guerra e del mantenimento di Hamas. Israele non può accettare questo”, dal canto suo. ha dichiarato Netanyahu al Consiglio dei ministri. “Arrendersi” alle richieste di Hamas sarebbe una “terribile sconfitta” per Israele, ha detto.

La guerra è scoppiata il 7 ottobre quando i commando di Hamas infiltrati da Gaza hanno lanciato un attacco senza precedenti nel sud di Israele, che ha provocato la morte di oltre 1.170 persone, principalmente civili, secondo un rapporto dell’AFP basato su dati ufficiali israeliani. Durante l’attacco, più di 250 persone sono state rapite e 128 rimangono prigioniere a Gaza, 35 delle quali sono morte, secondo l’esercito.

Hamas Palestina Gaza

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