Dopo l’accordo di Sciences Po Parigi per porre fine al blocco, la destra denuncia una “capitolazione”

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JULIEN DE ROSA/AFP Manifestanti davanti a Sciences Po Parigi, 26 aprile 2024.

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Manifestanti davanti a Sciences Po Parigi, 26 aprile 2024.

POLITICA – Si delinea il ritorno alla normalità a Sciences Po Parigi, dopo l’accordo raggiunto venerdì 26 aprile tra la direzione e gli studenti che hanno bloccato l’accesso al campus per difendere la causa palestinese. Ma a destra e all’estrema destra il compromesso trovato viene respinto, visto come un “resa” affrontare gli studenti e i loro sostenitori politici, in particolare quelli ribelli.

Il comunicato stampa di Sciences Po lo è ” che si vergogna “ha criticato su CNews il deputato della LR Pierre-Henri Dumont di cui è responsabile la direzione “sguazzare davanti alle rivendicazioni di una minoranza di estrema sinistra totalmente ideologizzata da Madame Hassan, Monsieur Mélenchon e dai deputati di France Insoumise”.

È indignato sia per l’assenza di sanzioni contro gli studenti mobilitati, sia per l’organizzazione di un dibattito in corso la prossima settimana per discutere le richieste dei manifestanti, in particolare sui partenariati della scuola con le istituzioni israeliane. “È pura follia ed è ora di porre fine alla ricreazione”sostiene Pierre-Henri Dumont, ex studente di rue Saint-Guillaume, per il quale “Il governo deve riprendere il controllo diretto dell’establishment”.

“Messa sotto controllo” e richieste le dimissioni del management

Al Senato, anche Stéphane Le Rudulier chiede a “messo sotto tutela”quando il capo del gruppo Bruno Retailleau crede che il “La direzione di Science Po ha dimostrato ancora una volta la sua incapacità di combattere gli estremisti che stanno sconvolgendo la vita di migliaia di studenti con l’uso di slogan antisemiti e pro-Hamas. »

Max Brisson denuncia a “pietosa capitolazione” sulla stessa linea di Florence Portelli, vicepresidente del partito e della regione Île-de-France.

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Gli eletti del Raggruppamento Nazionale condividono la stessa indignazione. “Sciences Po è diventata una ZAD a cielo aperto afflitta dall’islamo-sinistra nel cuore di Parigi. Di fronte a questa constatazione, la direzione non trova di meglio da fare che restare a faccia in giù di fronte alle fazioni antisemite di estrema sinistra. scrive Thomas Ménage, deputato del Loiret. La sua controparte nell’Aude https://twitter.com/FalconFrederic/status/1783967215634550875 accusa la direzione di avere “negoziato con gli alleati di Hamas in Francia” e ne chiede le dimissioni.

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Se il governo ritenesse che la presenza degli eletti di France Insoumise, compreso il loro candidato europeo Rima Hassan, fosse una questione di “strumentalizzazione”il ministro dell’Istruzione superiore ha ringraziato la direzione dopo la revoca del blocco. “Sciences Po Paris deve restare un luogo di studio, rispetto e dibattito sereno”ha reagito Sylvie Retailleau sui social network.

Soddisfatti degli annunci della direzione, gli studenti membri del Comitato Palestinese hanno detto all’AFP che non vi è stata alcuna nuova occupazione “programmato al momento”. Dopo le dimissioni di Mathias Vicherat, coinvolto in un caso di violenza domestica, Sciences Po è stata amministrata ad interim da Jean Bassère. Dietro le quinte, circolano diversi nomi di personaggi politici pronti a prendere la guida: gli ex ministri quinquennali Macron, Aurélien Rousseau, Clément Beaune o Rima Abdul Malak o anche Najat Vallaud-Belkacem, ministro dell’Istruzione sotto Hollande. La scelta definitiva è attesa entro la metà di settembre.

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