Dieci mostre per celebrare i 150 anni dell’Impressionismo

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LA LISTA DEL MATTINO

Sono previste numerose mostre per celebrare i 150 anni dell’impressionismo. Non solo opere legate a questo movimento, ma anche opere di artisti contemporanei che lavorano sugli effetti mutevoli della luce, del colore e del tempo. Una decina di essi offrono l’opportunità di avvicinarsi al mare o ai volti dei bambini visti dai pittori dell’epoca, al Sud di Berthe Morisot, al confronto di Marc Desgranchamps con i paesaggi normanni o ai neon installati da Laurent Grasso sulle rovine di Abbazia di Jumièges.

Il Sud di Berthe Morisot

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“La spiaggia di Nizza” (1882), Berthe Morisot, olio su tela. SOTHEBYS

Nel 1874, nello studio del fotografo Nadar a Parigi, ebbe luogo la prima mostra della “società anonima cooperativa di artisti” che sarebbero diventati, per grazia di un critico malizioso, gli “Impressionisti”. Partecipò una sola donna, Berthe Morisot (1841-1895). Nata nella buona società (suo padre era prefetto, poi magistrato alla Corte dei Conti), si rivelò ribelle, volle fare la pittrice e seguì soprattutto la lezione di Corot. Ha partecipato a sette delle otto mostre impressioniste.

Secondo un critico di Figaro, “con lei la grazia femminile si mantiene tra gli eccessi di una mente delirante”, ma è la prima volta che una donna viene riconosciuta come figura importante in un movimento d’avanguardia.

Fece due soggiorni invernali a Nizza, nel 1881-1882 e nel 1888-1889. In questa città, il Museo delle Belle Arti Jules Chéret ha deciso di evocarli e riunisce, cosa non da poco, la quasi totalità dei dipinti realizzati in questi due periodi, ovvero una sessantina di tele. Si confrontano con opere di Renoir e Monet, dipinte anche sulle rive del Mediterraneo, comprese Le Ville a Bordighera, che la seconda offrì a Berthe Morisot e che conservò per tutta la vita. Ah. B.

“Berthe Morisot a Nizza, soste impressioniste”. Museo delle Belle Arti Jules Chéret, a Nizza, dal 7 giugno al 29 settembre.

Marc Desgrandchamps di fronte ai paesaggi della Normandia a Yvetot

>“Attesa” (2024), Marc Desgrandchamps, dittico.>

“Attesa” (2024), Marc Desgrandchamps, dittico.

“Attesa” (2024), Marc Desgrandchamps, dittico. MARC DESGRANDCHAMPS / ADAGP, PARIGI 2024

Il caso è raro: un artista contemporaneo, Marc Desgrandchamps, dopo quattro decenni di dipinti che non sono mai sembrati particolarmente vicini all’impressionismo, si sottopone volontariamente alla prova dei paesaggi della Normandia che sono comunemente associati ai nomi di Degas, Monet o Pissarro.

Passa il tempo nella regione di Caux e sulla costa. Lì prende appunti visivi. Poi torna nel suo laboratorio, che si trova a Lione, e si mette al lavoro: un lavoro che è, inscindibilmente, quello della memoria, dell’occhio e della mano che stende il colore. Elementi di ciò che ha visto appaiono sotto forma di tracce e – dobbiamo usare questa parola – impressioni.

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