Il Parlamento europeo ratifica la fine delle ambizioni ambientali della PAC

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Durante una manifestazione di agricoltori, a Bruxelles, il 26 marzo 2024. VIRGINIA MAYO / AP

In tempi record – meno di un mese e mezzo – gli europei hanno adottato una revisione della politica agricola comune (PAC), che ne riduce notevolmente i vincoli ambientali. Sotto la pressione degli allevatori e di altri produttori di cereali che hanno manifestato in Francia, Germania, Paesi Bassi, Grecia, Italia, Spagna e persino Polonia all’inizio dell’anno, la Commissione ha proposto, il 15 marzo, diversi sviluppi della PAC. Mercoledì 24 aprile il Parlamento europeo, come prima gli Stati membri, li ha adottati così come sono, con 425 voti favorevoli, 130 contrari e 33 astenuti.

“Il Parlamento europeo sta finalmente rivalutando l’atto di produzione! »giudica l’eurodeputata LR Anne Sander, per la quale il voto costituisce “una risposta concreta agli agricoltori stufi che non sopportano più questo millefoglie amministrativo”. In nome della semplificazione e della riduzione dei compiti amministrativi, i Ventisette hanno in realtà deciso di svelare alcune delle misure emblematiche adottate per “rendere più verde” la PAC.

Scompare l’obbligo di non coltivare parte del terreno, di lasciarlo a maggese, di scavare stagni o piantare siepi. Inoltre gli agricoltori non saranno più soggetti agli obblighi di rotazione delle colture. Vengono allentati il ​​divieto di suolo nudo nei periodi “sensibili”, per prevenire l’erosione, e il controllo dell’aratura. Inoltre, gli allevatori in fase di riconversione non saranno più soggetti all’obbligo di mantenimento dei prati permanenti.

“Il dibattito era impossibile”

Sarà inoltre molto più semplice da attivare la clausola di forza maggiore che solleva gli agricoltori da alcuni dei loro vincoli in caso, ad esempio, di un’epidemia animale, mentre allo stesso tempo, una nuova esenzione da tutte le buone pratiche in materia ambientale, in caso di eventi climatici estremi, emergeranno.

Quanto alle piccole aziende agricole inferiori a 10 ettari – rappresentano il 65% degli agricoltori e ricevono l’11% degli aiuti – saranno semplicemente esentate da controlli e sanzioni e potranno quindi esentarsi dai loro obblighi “verdi” senza alcun timore. sarebbe.

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“Il contenuto della riforma della PAC era meno importante della riforma stessa e si muoveva rapidamente”spiega Pascal Canfin, presidente della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, che si è astenuto, a differenza degli altri eletti macronisti. “Alcune misure di semplificazione sono giustificate”spiega, ma, con l’abolizione degli obblighi di ritiro, “guardiamo indietro a dieci anni di greening della PAC”.

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