A Parigi e Strasburgo i veicoli fanno circolare la cultura

-
>>

Il camion giallo “Juke-Box” di Emmanuel Maizeret, detto “Daddy Reggae”. DAVID GALLARD/CAMION DEL SUONO

In alcuni weekend soleggiati, un camion Mitsubishi giallo percorre le strade di Parigi. Quando lo si incrocia, i passanti si fermano all'improvviso per ballare, scambiarsi sorrisi e aggrapparsi al veicolo. Nel quartiere di Strasburgo-Saint-Denis (Parigi 10e), si improvvisa una “festa di quartiere” davanti al ristorante KFC del quartiere. A Fleury-Mérogis (Essonne), quando il camion si ferma davanti alla prigione, i prigionieri urlano di gioia e battono sulle sbarre delle loro celle.

Emmanuel Maizeret, che si fa chiamare « Papà Reggae »è l'artefice di questi momenti festosi improvvisati. Nel 2014, ha trasformato il suo camioncino in un carrello musicale itinerante, installando un sistema audio dietro e un giradischi davanti. Come lui, individui o associazioni trasformano il loro mezzo in una carovana itinerante, in città, in periferia, in campagna, nei luoghi dove l'offerta culturale è densa, nei territori dove lo è meno. E cercano di far uscire la cultura dal suo quadro istituzionale.

È il caso anche di Thierry Zo'Okomo Ndinda. Nel 2018, questo musicista di Strasburgo ha acquistato un vecchio furgone Peugeot e lo ha trasformato in un'aula di musica. “Volevamo uno strumento in grado di raggiungere le persone nel loro ambiente di vita abituale”ha detto. Da allora, il direttore dell'associazione Espace Jalmik ha iniziato i giovani a suonare uno strumento musicale. Ogni estate, la carovana si installa per una settimana nel cuore di una zona residenziale nei pressi di Strasburgo. E si rivolge principalmente ai quartieri operai. I megafoni annunciano il suo arrivo. “All'inizio, i ragazzi pensavano che fossimo venditori di gelati. Dicevamo: 'No, amico mio, non vendiamo gelati, vendiamo musica gratis.'”sorride il direttore dell'associazione.

Musicisti professionisti e volontari introducono i curiosi al pianoforte, al violino, alla chitarra, al flauto indiano, all'oud o al balafon. La carovana scopre giovani talenti e a volte ispira vocazioni. Un piccolo genio del pianoforte è arrivato al Musikérium [surnom de la caravane]. Ma l'anno dopo, sua madre gli proibì di tornare, perché equiparava la musica a una cosa da teppisti. Alla fine fu convinta a riportare indietro suo figlio.”storia Thierry Zo'Okomo Ndinda. “I ragazzi pensano che ci sia solo rap. Ci chiedono Jul [rappeur marseillais]Ma vogliamo anche fargli conoscere Mozart, Michael Jackson e Stevie Wonder.”

Sfiducia nei confronti dei residenti locali

Hai ancora il 66,39% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.

-

PREV L'ulivo, simbolo maltrattato nei territori occupati
NEXT UiPath Inc. (PATH) è un buon titolo AI da acquistare ora? – Il mio blog