Josélito Michaud esprime il suo pensiero su questa decisione di Céline Dion

Josélito Michaud esprime il suo pensiero su questa decisione di Céline Dion
Josélito Michaud esprime il suo pensiero su questa decisione di Céline Dion
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Il conduttore e autore Josélito Michaud era ancora sotto shock il giorno dopo aver visto il documentario “Je suis: Céline Dion”, presentato in anteprima a Montreal lunedì sera.

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In un’intervista con LCN, afferma di essere stato profondamente toccato dal film e trova un peccato che la cantante non sia riuscita a smettere prima di prendersi cura di se stessa quando accusava i sintomi della sindrome della persona che l’ha colpita 17 anni.

“È un’artista olimpica Celina, sostiene. Quello che ricordo di questo film è che ha cantato 17 anni di troppo. Penso che sia quello che mi sono detto ieri. Mi sono detto, è necessario che canti dopo la morte di Rein?» lui chiede.

«E lo dice nelle interviste rilasciate negli Stati Uniti», aggiunge. Dice che in qualche modo era felice che la pandemia l’avesse costretta a fermarsi. Gli ha dato una scusa […] ci piace sognare che non gli succeda nulla. Amiamo la nostra Céline, ma a un certo punto ci rendiamo conto che sta davvero soffrendo”.

Michaud ritiene che, nel documentario, l’opposizione delle immagini di Céline nel massimo della sua forma ad altre riprese in cui soffre terribilmente dei sintomi della sindrome della persona rigida aiuta a capire fino a che punto sia affetta dalla malattia.

“Penso che ci sia questo tipo di dicotomia che colpisce fin dall’inizio e fino alla fine rimaniamo senza parole”, dice. Soffriamo con lei.

“Ieri in casa c’era rabbia e io non sono una persona arrabbiata, ma mi chiedevo perché lei si costringe a tornare in queste condizioni? lui continua. Non ero l’unico a condividerlo, eravamo una banda insieme e ne parlavamo.

La conduttrice non sa se il pubblico è pronto a vederla tornare sul palco e se sarà comprensivo.

«Il pericolo se torna sul palco è fare paragoni e dire che magari canterà meno bene di prima, ed è questo che le fa malissimo, perché comunque in una persona che invecchia il tono si abbassa, quindi è difficile raggiungere sempre le note alte, menziona Josélito Michaud. Già quando se ne va, non deve farlo tutte le sere.”

“Penso anche che fosse chiamato con tutti i tipi di nomi”, aggiunge. Avreste dovuto vedere i media francesi che si divertivano a dire che era morta, che sta morendo e tutto il resto. Nel frattempo, i suoi figli stanno leggendo questo, ed è quello che voleva fare [avec le documentaire], vuol dire che no, non era pazza da credere che qualcosa non andasse. Questa è la mia verità”.

Guarda l’intervista completa nel video qui sopra

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