5 cose da sapere su “Illmatic” di Nas

5 cose da sapere su “Illmatic” di Nas
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Ogni anno dal 1994, nel mese di aprile, è l’occasione per parlare nuovamente di questo incredibile classico della musica rap che è l’album di Nas “Illmatic”. Un disco che è una pietra miliare della cultura rap in tutto il mondo, avendo plasmato ormai diverse generazioni di rapper, attraverso la qualità della scrittura, la coerenza degli strumentali (possiamo dire grazie a Q-Tip, Large Professor, Pete Rock e per questo DJ Premier), riferimenti diventati imprescindibili. Questo disco è forse il più grande classico del rap americano ed è la quintessenza del rap della East Coast degli anni ’90. La sua atmosfera musicale è stata pensata e ispirata anche da New York, la culla del rap. In occasione del trentesimo anniversario di questo leggendario album, sveleremo cinque cose che dovete assolutamente sapere su “Illmatic”.

63.000 copie vendute nella prima settimana

Il successo non fu immediato per l’album “Illmatic”, che timidamente presenta nella sua tracklist 10 brani, davvero pochissimi rispetto ai codici del rap statunitense dell’epoca. Quindi forse la gente era un po’ riluttante ad andare a comprare il disco, almeno all’inizio. In confronto, “Doggystyle” di Snoop Dogg, uscito pochi mesi prima, aveva venduto più di 800.000 copie solo negli Stati Uniti. Non un flop, ma nemmeno un grande successo, questo album di Nas, dal punto di vista dei numeri. Ma “Illmatic” è la prova che gli album a volte hanno bisogno di tempo per raggiungere il loro massimo potenziale ed essere certificati “classici”: oggi l’album ha venduto più di due milioni di copie ed è acclamato da tutte le generazioni di rapper come un’opera di riferimento.

“Halftime”, il primo singolo, è stato pubblicato con il nome “Nasty Nas”

Nas ha impiegato un po’ di tempo per pubblicare il suo classico, che è anche il suo primo album solista. In effetti, Nasir Jones (questo è il suo vero nome) aveva iniziato ad anticipare il suo album quasi due anni prima, da quando il primo “singolo” o estratto del progetto, la canzone “Halftime”, era uscito nel 1992. Un titolo che non era originariamente non avrebbe nemmeno dovuto apparire nell’album, e che è stato pubblicato in un momento in cui il rapper non aveva ancora trovato il suo nome d’arte, dato che allora si chiamava Nasty Nas (e prima ancora, Kid Wave). L’unica cosa che non è cambiata dal suo debutto è la presenza del produttore Large Professor al suo fianco. Il giovane rapper ha quindi trascorso due anni ad affinare il suo disco tra i 19 e i 21 anni, anche se non aveva mai pubblicato un album, il che significa che credeva in se stesso. Il che non era necessariamente il caso dell’industria musicale dell’epoca.

La Def Jam ha rifiutato di ingaggiarlo

Per quanto sorprendente possa sembrare, la Def Jam, la principale etichetta rap degli anni ’90, si rifiutò di firmare Nas fino a dopo l’uscita di “Illmatic”. il rapper di Queensbridge aveva comunque presentato un demo al co-fondatore dell’etichetta, il celebre Russell Simmons, ma quest’ultimo aveva preferito passare il turno, avanzando argomentazioni che oggi appaiono un po’ lunari visto il successo del disco. Per lui l’album era predestinato a essere un “flop commerciale” o comunque a non vendere come i dischi degli altri acquisti dell’etichetta. Avrebbe anche dichiarato che quello che Nas proponeva era troppo simile a Kool G Rap, un altro rapper del Queens, che ispirò molti rapper degli anni ’90. Russell Simmons non aveva del tutto torto: “Illmatic” non divenne un disco d’oro quell’anno è stato rilasciato. Ma quando vediamo come l’album è stato venduto successivamente, ci diciamo che il capo della Def Jam non ha avuto molto talento in questo. Alla fine è stata la Columbia a vincere, grazie alla visione di Faith Newman.

“The World is Yours” è servito come campione per “Dead Presidents” di Jay-Z

Prima che scoppiasse uno scontro violento tra i due headliner del rap newyorkese (uno dei più violenti nella storia del rap americano, tra l’altro), i rapporti tra Jay-Z e Nas erano piuttosto pacifici. Jay-Z non smette mai di inviare segnali di rispetto a Nas. Il massimo segno di rispetto è l’uso di un campione della voce di Nas per la canzone “Dead Presidents”, divenuta cult grazie alla famosa trovata di Nas, “I’m out for president to speak me, i’m out for presidenti morti per rappresentarmi. Nas verrà addirittura menzionato nei riconoscimenti dell’album di Hov, “Reasonnable Doubt” nel 1996, prima che scoppiasse la guerra tra Jay e Nas dopo la morte di Biggie, per la successione al trono di New York. I due rapper alla fine si riconciliarono e Nas firmò addirittura con la Def Jam, dopo che Jay-Z divenne uno dei suoi principali leader a metà degli anni 2000.

AZ è l’unico featuring nell’album

10 tracce e nemmeno un featuring: se “Illmatic” uscisse oggi probabilmente la gente sarebbe riluttante ad ascoltarlo. Ma all’epoca, un album senza imprese era anche un modo per imporre il proprio universo e, soprattutto, per dimostrare che avevamo molte cose da dire, senza bisogno di chiedere rinforzo alle stelle del gioco. Nas, tuttavia, ha lasciato la porta aperta per una sola collaborazione, quella con gli AZ, sul brano “Life’s A Bitch”. C’è da dire che i due rapper sono stati estremamente legati fin dall’inizio, provengono dalla stessa zona. Insieme fanno parte di un gruppo molto solido di rapper di Brooklyn e Queens: The Firm, con Foxy Brown, Cormega e Nature. È quindi normale trovare AZ nell’album: è famiglia. Soprattutto perché il rapper ha anche un vero talento nel scalciare e nello scrivere, come puoi sentire in “Life’s A Bitch”, con una voce un po’ più acuto al momento, che porta un’impressione di giovinezza e freschezza.

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