Algeriauno dei principali produttori di gas naturale in Africa, si sta affermando sempre più come modello da seguire nella lotta contro il fenomeno cannello a gas. Secondo il Rapporto globale sul monitoraggio del gas flaring pubblicato nel giugno 2024 dal Gruppo della Banca Mondiale, il Paese ha registrato progressi significativi nel 2023, consolidando le sue ambizioni di diventare un leader globale in questo settore.
Il gas flaring, la pratica di bruciare gas naturale dovuta alla mancanza di infrastrutture adeguate per la sua cattura o utilizzo, rimane un grave problema ambientale ed economico. Tuttavia, nel 2023, l’Algeria si è distinta per una significativa riduzione di questa pratica. I volumi di gas bruciato sono diminuiti 0,4 miliardi di m³, una diminuzione del 5%, ponendo il Paese in prima linea negli sforzi globali in questo settore.
Questa performance riflette un trend positivo osservato da diversi anni. Grazie ad una strategia coerente e ad investimenti mirati, l’Algeria è riuscita a invertire una pratica a lungo percepita come un inevitabile spreco di risorse naturali. In questa dinamica gioca un ruolo centrale la società pubblica Sonatrach, pilastro dell’industria algerina degli idrocarburi. La società ha aumentato il numero di progetti di recupero del gas bruciato, in particolare nel gigantesco giacimento di Hassi Messaoud, il più grande giacimento petrolifero del paese.
Iniziative simili sono state intraprese in altri siti come Tiguentourine, Ohanet e Tin-Fouye-Tabankortcontribuendo a una migliore gestione delle risorse e a una notevole riduzione delle emissioni di gas serra. Questi sforzi riflettono il desiderio dell’Algeria di adottare un approccio più sostenibile e responsabile allo sfruttamento degli idrocarburi. Nonostante i progressi dell’Algeria, la Banca Mondiale sottolinea che il gas flaring rimane una pratica diffusa a livello internazionale. La colpa è della mancanza di volontà politica e di infrastrutture insufficienti in molti paesi produttori di gas.
L’Algeria, d’altro canto, sembra determinata a mantenere la sua traiettoria discendente sul flaring. Gli esperti di Rystad Energia crediamo, tuttavia, che questa ambizione richiederà investimenti sostenuti per rafforzare le infrastrutture e massimizzare la valorizzazione del gas associato. Investendo maggiormente nelle tecnologie di recupero e attirando finanziamenti esteri, l’Algeria potrebbe non solo ridurre ulteriormente lo spreco delle sue risorse, ma anche migliorare la propria competitività nel mercato energetico globale.
L'esempio dell'Algeria dimostra che è possibile conciliare sfruttamento degli idrocarburi e tutela dell'ambiente. Adottando misure concrete per limitare il gas flaring, il Paese non solo riduce la propria impronta ecologica, ma dimostra anche che l’uso ottimizzato delle risorse può generare notevoli benefici economici. In definitiva, la capacità dell’Algeria di mantenere e amplificare questa dinamica dipenderà dalla sua capacità di superare le sfide finanziarie e rafforzare i suoi partenariati strategici. Se queste condizioni saranno soddisfatte, il Paese potrebbe non solo affermarsi come modello regionale, ma anche svolgere un ruolo di primo piano sulla scena energetica globale.