- Il problema della nuova scoperta
- Il settore petrolifero marocchino
La possibile scoperta di un nuovo petrolio al largo delle coste marocchine di Inezgane è stata al centro dell’attenzione dei media nei giorni scorsi. Si dice che il nuovo giacimento petrolifero abbia riserve di circa 1 miliardo di barili di petrolio. Il problema è che questa scoperta, secondo l’Associazione dei Geologi e Geofisici del Petrolio Spagnoli (AGGEP), è falsa e risale al 2022.
Lo ha annunciato la società britannica Europa & Oil, che possiede il 75% dell’operazione, mentre il restante 25% appartiene al Marocco. Secondo i loro studi, inoltre, l’area ha delle potenzialità, ma occorre verificare la qualità del greggio e fare un investimento di tempo e denaro nelle infrastrutture.
Si stima che questo giacimento abbia riserve di circa 1 miliardo di tonnellate e un potenziale di sfruttamento di 11.220 chilometri quadrati lungo le coste di Tarfaya, Sidi Ifni e Tan-Tan. Nonostante alcuni paesi, come la Cina, stiano cercando di abbandonare l’uso del petrolio a causa dell’inquinamento, esso è ancora considerato un elemento prezioso.
Il problema della nuova scoperta
Jorge Navarro, vicepresidente dell’Associazione dei geologi e geofisici petroliferi spagnoli, spiega che, in primo luogo, l’annuncio non è nuovo, poiché risale al 2022, e che questa scoperta non esisteva, cosa che AGGEP aveva già chiarito all’epoca . Tutto ciò è dovuto ad un’errata interpretazione dei dati sulle potenziali risorse forniti da Europa Oil & Gas.
Il documento pubblicato dalla società britannica mira a trovare un partner in grado di finanziare la perforazione del pozzo esplorativo nel permesso Inezgane. Inoltre, descrive in dettaglio i volumi di risorse non ancora scoperti per i cinque potenziali clienti che, secondo questa valutazione, hanno il potenziale più elevato.
Per quanto riguarda l’esplorazione, Navarro afferma che per confermare un volume così elevato di petrolio sarebbe stata necessaria la perforazione di tutti e cinque i giacimenti, il che, sebbene teoricamente possibile, richiede un investimento significativo e un alto tasso di successo esplorativo.
Aggiunge: “La somma dei volumi Pmean dei cinque potenziali obiettivi primari ammonta a 1,67 miliardi di barili di petrolio equivalente al giorno (mmboe)”. Questo dato è superiore a quello riportato dai media, ma non può essere considerato una nuova scoperta. Se un giorno questa quantità di petrolio venisse approvata, si stima che coprirebbe il fabbisogno della Spagna per almeno tre anni.
Ma c’è un altro problema: la presunta scoperta contiene solo petrolio, secondo i dati di un documento di valutazione tecnica di una licenza di esplorazione, ma non nel sottosuolo.
Inoltre, finora dalla zona non è stato estratto petrolio e la compagnia britannica ha addirittura rinunciato al permesso di Inezgane nel novembre 2022, non riuscendo a trovare un partner per finanziare il progetto. Navarro spiega a questo proposito: “Questo tipo di documento, conosciuto nel gergo petrolifero come “farm-out”, viene utilizzato per proporre la vendita di una partecipazione in una licenza ad altre società”.
Nella stessa zona, ma in territorio spagnolo, sono stati scoperti anche potenziali giacimenti, ma la Spagna, impegnandosi a promuovere solo energie pulite che non contribuiscano all’effetto serra, come previsto dalla legge 7/2021 sul cambiamento climatico e la transizione energetica, vieta nuovi progetti di esplorazione nel territorio spagnolo e limita lo sfruttamento attuale fino al 2042.
Da notare che la Spagna, dal 2014, ha trattato solo due permessi finalizzati alla ricerca di idrocarburi di tipo autonomo nelle regioni di Aragona e Asturie, per il resto non ha effettuato alcuna esplorazione alla ricerca di petrolio, come riferito dal Ministero della Transizione.
Il settore petrolifero marocchino
In termini di prodotto interno lordo (PIL) del Marocco, se questa scoperta fosse confermata, il deposito potrebbe valere 586,4 miliardi di dollari, quasi cinque volte di più del PIL del Marocco.
Questa scoperta, se dimostrata, avrà un impatto economico benefico per il Marocco che sta vivendo una rapida industrializzazione grazie all’arrivo delle fabbriche di automobili elettriche e termiche.
Inoltre, Il settore petrolifero del Marocco subirà una trasformazione significativa, con l’introduzione di un nuovo sistema di mercato che promette di rivoluzionare le operazioni e la governance del settore. L’iniziativa, la cui attuazione è prevista nel 2025, mira a migliorare la trasparenza, snellire i processi e aumentare l’efficienza complessiva del vitale settore energetico del Paese.
Questo nuovo sistema mira a implementare un processo di marcatura standardizzato e digitalizzato, poiché il governo desidera realizzare un cambio di paradigma e garantire un ambiente più organizzato e trasparente per tutte le parti interessate.
Il sistema si concentra sull’obiettivo di stabilire un quadro solido e affidabile per il settore petrolifero. In termini di produzione di petrolio, il Marocco ha esportato petrolio greggio per un valore di 47,5 miliardi di dollari nel 2022, posizionandosi all’83° posto tra gli esportatori globali, con i suoi principali clienti Corea del Sud, Paesi Bassi e Namibia, secondo i dati dell’Osservatorio della complessità economica.