Con l’aumento dei flussi migratori, il Marocco si sta posizionando come modello regionale con la sua Strategia Nazionale di Immigrazione e Asilo (SNIA). In questa occasione, l’Istituto Prometheus, il Consiglio civile per la lotta contro ogni forma di discriminazione (CCLD) e l’Unione socialista delle forze popolari (USFP) hanno organizzato, questo giovedì a Rabat, un incontro di studio dedicato all’esame dei primi dieci anni di questa politica migratoria.
In risposta alle crescenti preoccupazioni sui diritti dei migranti, il Marocco ha assunto diversi impegni internazionali nel campo della migrazione, riflettendo il desiderio di promuovere politiche migratorie che rispettino i diritti umani e siano in linea con gli standard internazionali. Esaminando attentamente queste risoluzioni, il Prometheus Institute, il CCLD e l’USFP chiedono un’integrazione inclusiva e il rispetto dei diritti dei migranti.
Avvicinato da Hespress FR, Yasmine Boutayeb, membro di Prometheus for Democracy and Human Rights, dichiara che oggi l’Istituto Prometheus for Democracy and Human Rights, in partenariato con il CCLD e in collaborazione con l’USFP dell’opposizione Ittihadi in Parlamento, sta organizzando un incontro di studio dedicato al tema esaminando i risultati di un decennio di attuazione della Strategia Nazionale sull’Immigrazione e l’Asilo (SNIA).
Un segreto di Pulcinella. Il Marocco, desideroso di rispettare i propri impegni internazionali, ha adottato da tempo iniziative ambiziose per integrare la questione migratoria in un approccio globale. “Ciò è dimostrato dalla ratifica di numerose convenzioni internazionali, in particolare quelle relative alla protezione dei lavoratori migranti e delle loro famiglie, nonché della Convenzione internazionale contro ogni forma di discriminazione razziale. Inoltre, il Marocco è attivamente impegnato nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), e in particolare nell’asse 10 dell’Agenda 2030, che affronta specificamente la questione della migrazione.”, ricorda il nostro relatore.
Dal 2014, il Marocco si è posizionato come modello regionale, con l’istituzione della SNIA, che incarna una chiara ambizione: offrire un quadro umanista e inclusivo per la gestione della migrazione. Questo quadro politico, basato sulla cooperazione con più partner e sul coordinamento di diversi settori governativi, incarna una governance completa e integrata delle questioni migratorie.
Tuttavia, oggi, il Marocco non si limita più al suo ruolo di paese ospitante o di transito. Per lei: ora è anche un paese di insediamento per i migranti. “È in quest’ottica che si svolge questo incontro, con l’obiettivo di valutare i risultati di questi dieci anni di attuazione della SNIA e di pensare insieme a soluzioni innovative per affrontare le nuove sfide legate all’integrazione dei migranti, in particolare su un piano livello socio-economico”, ci racconta Yasmine Boutayeb.
Una delle maggiori sfide è fornire un quadro normativo solido e coerente per governare la questione della migrazione, in particolare in termini di asilo. “La proposta di legge unificata sulle questioni legate alla discriminazione potrebbe inoltre contribuire a rafforzare la tutela della dignità e dei diritti umani dei migranti in Marocco”, si aggiunge prima di concludere che si tratta di gettare le basi di una riflessione approfondita per garantire una gestione della migrazione più giusta, più umana e più adatta alle realtà contemporanee.
Da parte sua, Anass Zahoui, membro di Prometheus per la democrazia e i diritti umani, indica che nel 2025 “è emersa una nuova dinamica, caratterizzata dall’adozione di strategie riviste, in particolare per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori. È in questo contesto che, con il Consiglio civile per la lotta contro ogni forma di discriminazione, nonché con il gruppo di opposizione Ittihadi, ci incontriamo oggi per discutere e riflettere insieme su questi temi.”.
Al centro del dibattito la SNIA, in vigore da diversi anni, ma anche le leggi attuali che regolano queste tematiche, e le possibili modifiche necessarie per adattarle alle sfide contemporanee, ribadisce. Secondo lui: Questa riflessione si inserisce in una prospettiva incentrata sui diritti umani, con particolare enfasi sulla partecipazione dei cittadini, che costituisce la base di questa giornata di scambi.
Preoccupato per il futuro di questi migranti, il nostro interlocutore ritiene che sia imperativo che “tutte le componenti della società, siano essi cittadini marocchini, stranieri o richiedenti asilo, sono coinvolte in questo processo”. “Dobbiamo riconoscere che c’è una crescente mobilità transnazionale, che attraversa l’Africa, l’Europa e il resto del mondo. Di fronte a questa realtà diventa essenziale adottare nuove misure e standard per gestire meglio questi flussi migratori.”, ribadisce. L’obiettivo è garantire l’armonizzazione delle leggi nazionali con le convenzioni e gli standard internazionali in vigore, al fine di garantire una gestione efficace, equa e rispettosa dei diritti umani nel campo della migrazione.
Pertanto, questo incontro costituisce un’opportunità unica per riflettere collettivamente sulle riforme necessarie per costruire un quadro legislativo e politico moderno, che tenga conto sia degli imperativi umanitari, delle realtà sociali e degli impegni internazionali del Marocco.
Invitato dal gruppo socialista e dall’Istituto Prometheus, Hicham Rachidi, attore associativo specializzato in questioni migratorie, ricorda che “dal 2014, e per ordine del Re, il Marocco ha intrapreso un cambiamento radicale, segnando una svolta di 180 gradi nella gestione della questione migratoria”. Questo cambiamento è stato accompagnato da una serie di misure concrete: la regolarizzazione dei migranti, l’integrazione educativa dei figli dei nuovi arrivati, l’accesso alla sanità, oltre a una serie di misure volte a conciliare l’approccio securitario con un approccio umano e inclusivo .
Questo incontro rappresenta un’opportunità unica per mettere in prospettiva questa politica migratoria, per fare il punto sui suoi progressi e per riflettere sulle sfide che restano da affrontare. “In collaborazione con gli esperti invitati a questo evento, abbiamo l’opportunità di discutere i modi in cui il Marocco potrebbe posizionarsi non solo come paese di destinazione, ma anche come paese di partenza e di transito per i flussi migratori transnazionali”.spiega lo specialista al microfono di Espresso FR.
Questa riflessione deve tenere conto degli imperativi umanitari e allo stesso tempo prendere in considerazione le questioni legate alla gestione delle frontiere e agli interessi nazionali. E per concludere auspica che un “si instaura un dialogo costruttivo, volto a rinnovare questa politica, rendendola sempre più giusta ed equilibrata”.