L’anno 2025 si apre con una battaglia legislativa sul disegno di legge 15-97 che disciplina il diritto di sciopero. Il 25 dicembre 2024 il disegno di legge organico relativo allo sciopero è passato alla Camera dei Rappresentanti, dove è stato approvato con 124 voti favorevoli e 41 contrari. Tuttavia il testo, ora trasmesso alla Camera dei Consiglieri, ha suscitato la protesta dei principali sindacati che compongono questo organismo, che ora deve esaminare e approvare la nuova legge.
Pertanto, il Sindacato Marocchino del Lavoro (UMT) e la Confederazione Democratica del Lavoro (CDT) hanno espresso il loro rifiuto del testo nella sua forma attuale, accusandolo di non rispettare il diritto costituzionale di sciopero e chiedendone la revisione. Questa opposizione ha costretto il ministro dell’Inclusione economica, delle piccole imprese, dell’occupazione e delle competenze, Younes Sekkouri, leader del progetto, a incontrare i due sindacati il 30 e 31 dicembre, con l’obiettivo di appianare le divergenze sui punti controversi. Tuttavia, queste discussioni non hanno prodotto alcun consenso apparente.
Approccio unilaterale
L’UMT ha ribadito il suo rifiuto del disegno di legge in un comunicato stampa diffuso dopo l’incontro con il ministro. Il sindacato ha criticato l’approccio unilaterale del governo, ritenendo che il processo legislativo violi gli impegni assunti durante il dialogo sociale dell’aprile 2022 e il Patto per l’istituzionalizzazione del dialogo sociale firmato nell’aprile 2023.
Il sindacato denuncia provvedimenti repressivi, in particolare sanzioni pecuniarie elevate, che potrebbero ostacolare l’esercizio del diritto di sciopero da parte dei dipendenti e delle loro organizzazioni. L’UMT ricorda che il diritto di sciopero costituisce un diritto costituzionale e una componente delle libertà fondamentali, riconosciute dalle convenzioni internazionali, in particolare quelle dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).
Critica inoltre la restrizione delle forme di sciopero, l’introduzione di complesse procedure burocratiche per la loro dichiarazione e la criminalizzazione di alcune pratiche, temendo conseguenze negative sulla libertà di espressione e di azione sindacale.
Un testo restrittivo
La CDT è andata oltre, definendo il testo “restrittivo” e “inaccettabile”. Il sindacato critica le disposizioni che limitano i diritti sindacali, compreso il divieto implicito di solidarietà, scioperi politici e generali. La CDT richiede l’armonizzazione del progetto con la Costituzione e gli impegni internazionali, in particolare la Convenzione n. 87 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).
Si chiede inoltre l’abrogazione dell’articolo 288 del codice penale e la rimozione delle misure ritenute restrittive del diritto di sciopero. Il centro denuncia l’assenza di un dialogo sociale efficace, il mancato rispetto degli impegni governativi, nonché la pressione sulle libertà sindacali, come il rifiuto di rilasciare ricevute alle sedi sindacali.
Critica inoltre la fusione del CNOPS con il CNSS, decisa senza consultazione, ritenendo che minacci i diritti degli assicurati. La CDT chiede una riforma urgente delle leggi elettorali professionali per correggere gli attuali fallimenti. Ha anche annunciato marce regionali il 5 gennaio in tutti i capoluoghi regionali per difendere il diritto di organizzazione e di sciopero.
Un testo rivisto
Il disegno di legge organica, così come presentato alla Seconda Camera dell’Emiciclo, è suddiviso in quattro capitoli e comprende 35 articoli, accompagnati da un preambolo assente nel testo precedente. Il primo capitolo, composto da nove articoli, stabilisce le basi del testo definendo giuridicamente lo sciopero e il suo quadro legislativo.
Il secondo capitolo, composto da tredici articoli, dettaglia le condizioni e le modalità per organizzare uno sciopero, compresi il preavviso e gli obblighi legati alla continuità dei servizi vitali. Il terzo capitolo, che contiene undici articoli, tratta delle misure disciplinari e delle garanzie di esecuzione, comprese le sanzioni previste in caso di mancato rispetto della normativa. Infine, il quarto capitolo, più conciso con due articoli, specifica i termini di presentazione delle domande e la data di entrata in vigore del testo.
La versione adottata dalla Camera dei Rappresentanti introduce diverse novità, in particolare per quanto riguarda le categorie professionali autorizzate allo sciopero. A differenza della vecchia versione che limitava questo diritto ai dipendenti pubblici e ai dipendenti del settore pubblico e privato, il nuovo testo estende questa possibilità alle professioni liberali, consentendo così a questa categoria di sfuggire all’illegalità, nelle parole del Ministro dell’Inclusione Economica, Piccole Imprese , Occupazione e competenze, Younes Sekkouri.