Gli ottici in Marocco minacciano di scendere in piazza per far sentire le loro richieste. Sabato 4 gennaio, l’Unione Professionale Nazionale degli Ottici del Marocco (SPNOM) ha annunciato la sua intenzione di utilizzare diverse forme di protesta per ottenere la creazione di un ordine professionale dedicato al proprio ramo, senza escludere l’organizzazione di sit-in o l’appello a uno sciopero nazionale.
«I punti positivi adottati dalla Legge 45.13 nel 2019 purtroppo non sono stati attuati”sottolinea Nouamane Cherkaoui, segretario generale della SPNOM, durante un’intervista a Le360. Sottolinea l’assenza di un testo giuridico che istituisca un ordine degli ottici, un organismo che consenta di “organizzare meglio e gestire meglio la professione.
Invita quindi il ministero di vigilanza ad assumersi le proprie responsabilità: «Il Ministero della Salute deve predisporre e presentare un disegno di legge e presentarlo al Parlamento“, crede. E per una buona ragione, il settore conta attualmente 5.500 ottici, rispetto ai soli 1.150 del 2012, il che accentua ulteriormente la necessità di un organismo di regolamentazione.
Oltre all’assenza di un ordine, gli ottici affermano di trovarsi di fronte ad un altro grosso problema: “anarchia» regnante nel settore, si indigna Nouamane Cherkaoui, che denuncia «la proliferazione di ottici non professionisti installati nei souk“, così come l’esistenza di “presunte strutture formative» che non rispettano alcuna norma.
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Su quest’ultimo aspetto, il segretario generale della SPNOM invita a ridefinire il modello formativo dei futuri ottici. “Non esiste una visione riguardo al modello di apprendimento, che deve basarsi su cicli scientifici precisi e moderni», si rammarica, deplorando incidentalmente la mancata collaborazione del Ministero della Salute con il sindacato. «Le nostre numerose lettere rimasero senza risposta», illustra.
In questo contesto, il sindacato si dice pronto a inasprire i toni se le sue richieste non verranno ascoltate. “Continueremo la lotta attraverso sit-in e scioperi nel 2025, finché le nostre richieste non saranno soddisfatte», avverte Nouamane Cherkaoui.
Par Mohamed Chakir Alaoui et Yassine Mannan
04/01/2025 alle 16:59