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03 dicembre 2024 |
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©Simon Gosselin

ƒƒƒ articolo da Nicolas Thévenot

In fondo al palco si apre una porta come l'inizio di un capitolo. Appare una giovane donna dai capelli lunghi, poi il suo gesto sicuro e il riconoscibile crepitio di un tosaerba: le ciocche cadono a terra. Una figura anacronistica della contemporaneità come gancio dell'epopea che seguirà: questa libertà della donna da strappare, da affermare attraverso i tempi e i luoghi. Animal Architecte riprende gli scritti autobiografici di Simone de Beauvoir, Le memorie di una fanciulla ordinata, La forza dell'età et La forza delle cosee comporre Le Forze in cui vivi. Riconosciamo subito una gioia profonda nel testimoniare questo specchio rovesciato dove una giovane compagnia fa proprie le parole e il cammino di una donna già anziana, come due vasi comunicanti ai due estremi di una vita. Uno sguardo retrospettivo riflesso negli occhi di una giovane guardia. E poi, non è forse il teatro il luogo sognato, atteso, di Simone de Beauvoir il cui primo testo, magnifico, quello Le Forze in cui vivi ci offre, può essere inteso come un discorso attraverso la morte che ella prevede a questi futuri corpi che incarneranno ciò che ella avrà espresso nel suo tempo. Il teatro è un credo: una trasmutazione di corpi che erano in corpi diversi dal proprio.

Camille Dagen ha concepito questa epopea con la passione e le “forze vive” della giovinezza, attaccando la figura di comandante che anche Simone de Beauvoir può rappresentare. Ciò che viene vissuto in scena non è la vita dell'eminente filosofa e letterata, ma piuttosto le condizioni (e in particolare la condizione femminile) che hanno potuto strutturare e far nascere la sua rivolta e il suo pensiero rivoluzionario. Le età della vita si susseguono, ed è lo stesso recinto che presiede al destino della donna. La scenografia di Emma Depoid evidenzia e sottolinea questa invariante nel tempo: lo stanzino dove viene rinchiusa la bambina per punirla diventa il confessionale dove l'uomo di Chiesa si fa strumento di dominio al servizio del patriarcato. L'arredamento borghese è simile al recinto delle giovenche. Lo spirito conclusivo dello spazio riecheggia quello del pensiero. I ritornelli, i canti religiosi o patriottici impongono il loro ciclo chiuso.

IL Forze vive inscrivere una narrazione forte in una forma che è epica nella sua vivacità e velocità di esecuzione. C'è un'emergenza, si potrebbe dire. Nessuna traccia di naturalismo in tutto questo, ma la gioia di mettere insieme le figure come su una giostra, facendo scorrere le epoche in un'ellisse. L'approccio è migliore quando il teatro si nomina e fa il suo gioco. Così Simone ai genitori: “. parli come nel vaudeville » e gli attori forzano una battuta molto bella. La stilizzazione, lungi dal nuocere al soggetto, valorizza e dà il giusto corpo alle figure appuntate.

Fortemente strutturato, con l'architettura dell'insieme visibile come costoloni sporgenti, l'affresco sviluppato da Animal Architecte può sembrare privilegiare l'efficacia della sua lettura drammaturgica a scapito di una ricezione più organica e polisemica. Ma non possiamo che riconoscerne l'attualità, soprattutto se questa seconda parte si immerge negli anni della guerra d'Algeria. Punto nodale dello spettacolo, ma anche del nostro tempo: la sconsideratezza coloniale, la negazione della guerra, la violenza di stato, l'autoritarismo politico. Se Simone de Beauvoir scrive in questi anni la sua grande opera autobiografica, facendo eco anche alla sua attualità, Le Forze in cui vivi stabilisce un altro rapporto temporale, indica una certa concordanza dei tempi riportandoci alla nostra attualità: le circostanze dell'avvento del Vth La Repubblica, l'ascesa del fascismo, il gusto per i regimi autoritari.

Concludendo questa epopea di oltre tre ore, ambiziosa e festosa come una vita di combattimento, la giovane troupe si farà da parte, lasciando il posto a una magistrale Sarah Chaumette, la cui età non è un insulto ma mette in scena la realtà del tempo vissuto da il suo divario con le attrici più giovani che l'hanno preceduta. L'emozione pura di un'apparizione, di un'esistenza piena, di un'epoca nella sua forza, ci trasporta. E nella sospensione di questo attimo, il ricordo di una vita viene a fondersi magnificamente con quello di una serata.

©Simon Gosselin

Le Forze in cui vivi dopo Simone de Beauvoir, una creazione di Animal Architecte

Ideazione, scrittura, regia: Camille Dagen

In collaborazione con Emma Depoid

Con Sarah Chaumette, Camille Dagen, Marie Depoorter, Romain Gy, Hélène Morelli, Achille Reggiani, Nina Villanova

Scenografia, costumi: Emma Depoid

Drammaturgia: Rachel de Dardel

Collaborazione artistica nel gioco: Lucile Delzenne

Leggero: Sebian Falk-Lemarchand

Compositore: Kaspar Tainturier-Fink

Video e fotogramma: Typhaine Steiner

Perruques: Kuno Schlegelmilch

Progettazione tecnica del dispositivo: Édith Biscaro

Durata: 3h30 (con intervallo)

Dal 29 novembre al 22 dicembre 2024

Dal martedì al sabato alle 20:00, domenica alle 15:00, lunedì libero

Odéon – Teatro d'Europa

Laboratori Berthier

1 rue André-Suarès, 75017 Parigi

Prenotazione: 01 44 85 40 40

www.teatro-odeon.eu

Tour:

Dal 12 al 21 marzo 2025:

La Commedia di Reims (Reims)

Tel: 03 26 48 49 10

www.lacomediedereims.fr

Dall'8 al 10 aprile 2025

Teatro dei 13 Venti (Montpellier)

Tel: 04 67 99 25 00

www.13vents.fr

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