Questa diretta è ormai finita.
Sconforto da parte del Raduno Nazionale? “Non ci sarà alcuna votazione sulla mozione di censura della RN, poiché la mozione di censura è quella [LFI a] depositata verrà adottata e il governo cadrà, quindi la mozione di censura della RN non verrà esaminata”assicura Manuel Bompard su BFMTV, lunedì 2 dicembre.
Infatti, i partiti di sinistra membri del Nuovo Fronte Popolare hanno presentato la loro mozione di censura intorno alle 16.30, quasi un'ora prima di quella del RN. È dunque quello del PFN ad essere discusso per primo in Assemblea, e Marine Le Pen ha confermato che anche il RN voterà a favore di quello della sinistra, cosa che provocherebbe la caduta del governo Barnier prima ancora dell'esame del testo della pratica di estrema destra. Segui il nostro live streaming.
Il RN e il NFP hanno presentato ciascuno una mozione di censura contro il governo Barnier. Poco prima, Michel Barnier aveva deciso di avvalersi dell'articolo 49.3 della Costituzione per far adottare il disegno di legge sul finanziamento della previdenza sociale (PLFSS).
I gruppi del “nucleo comune” chiedono “stabilità e pacificazione”. “Votare una mozione di censura equivarrebbe a far precipitare il Paese nell’ignoto”, credono, in un testo congiunto, Gabriel Attal (Insieme per la Repubblica), Laurent Wauquiez (Destra repubblicana, ex LR), Marc Fesneau (MoDem) e Laurent Marcangeli (Orizzonti e Indipendenti). Richiedono “scegliere tra calcoli politici e interesse generale”.
Il primo 49.3 di Michel Barnier sarà l'ultimo? Come previsto, il Primo Ministro ha incaricato per la prima volta il suo governo di assumersi la responsabilità del PLFSS, credendo di essere arrivato “alla fine del dialogo”. “Questo momento della verità mette ciascuno di fronte alle proprie responsabilità (…) I francesi si aspettano stabilità”ha detto ai deputati.
Un'ultima concessione alla Marina militare e un rifiuto. A mezzogiorno Michel Barnier aveva “impegnati a garantire che non vi sia delisting dei medicinali” nel 2025, rispondendo a una richiesta del Raggruppamento Nazionale di Marine Le Pen, con la quale il Primo Ministro aveva parlato a fine mattinata. Prima dell'inizio della seduta dell'Assemblea, aveva ulteriormente aumentato la pressione, annunciando di averlo fatto “presentato un emendamento sulla rinuncia alla deindicizzazione delle pensioni”. Un'ultima richiesta respinta dal governo.