“Noi, rettori delle università del Greater West, mettiamo in guardia dalle gravi minacce che la legge finanziaria del 2025 rappresenta per i giovani.
Negli ultimi anni le università hanno già contribuito agli sforzi molto significativi richiesti dalla situazione economica del Paese, in particolare assorbendo i costi aggiuntivi legati a misure salariali certamente giustificate, ma imposte dallo Stato e non finanziate. Sono inoltre colpiti duramente dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi dell’energia. I nuovi costi aggiuntivi previsti dalla legge finanziaria 2025, di portata senza precedenti, metteranno quest’anno in deficit la grande maggioranza delle università. Non saranno più in grado di garantire condizioni di studio e di ricerca degne dell’ambizione mostrata dallo Stato.
Nonostante le università abbiano già lanciato l'allarme, il governo persiste nell'aumentare significativamente le spese universitarie nel 2025, decidendo di aumentare la loro contribuzione ai contributi pensionistici (le “pensioni CAS”). Questo nuovo onere non può che peggiorare significativamente la situazione di bilancio delle imprese e deteriorarne il funzionamento e la capacità di investimento, a scapito della corretta attuazione delle loro missioni di formazione, ricerca e innovazione, a scapito dell'interesse generale. Alcuni istituti rischiano quindi di sospendere i pagamenti entro la fine del 2025.
Chiediamo ai nostri leader di sostenere le loro università. L’obbligo di applicare questi drastici tagli al bilancio porterà irrimediabilmente al declino del nostro sistema di istruzione superiore e di ricerca e, in definitiva, al suo declino a livello internazionale. Segnerà anche l’indebolimento della sua rete territoriale, a scapito degli studenti e della democratizzazione dell’istruzione superiore.
Possibili chiusure di settore?
In linea con le forti ambizioni manifestate dallo Stato in materia di istruzione superiore e ricerca, ambizioni riaffermate dal Presidente della Repubblica il 13 novembre e dal Ministro dell’Istruzione superiore e della Ricerca il 19 novembre, durante la presentazione della sua tabella di marcia “nel servizio della nostra prosperità e della nostra sovranità”, chiediamo allo Stato in ordine di priorità:
– Compensazione pensionistica CAS per università e scuole (180 milioni di euro)
– risarcimento del costo delle misure Guérini (140 milioni di euro);
– il riadeguamento al rialzo della marcia 2025 della legge di programmazione della ricerca.
Non possiamo sacrificare il futuro per il presente. C’è ancora tempo per mobilitare i mezzi essenziali al servizio dei giovani per rispondere alle sfide della formazione, della ricerca e dell’innovazione e affrontare insieme le sfide poste alle nostre società.
Senza misure immediate, un gran numero di università potrebbero rifiutarsi di partecipare al processo Parcoursup e Find My Master (dal voto sulle capacità di accoglienza alla convocazione delle commissioni di esame dei fascicoli) e alcune di esse potrebbero essere indotte ad annunciare, a loro grande rammarico, la chiusura dei corsi o delle sedi universitarie delocalizzate a partire dall’inizio dell’anno accademico 2025”.
Lamri Adoui è presidente dell'Università di Caen Normandia;Davide Alis presidente dell'Università di Rennes; Carine Bernault, presidente dell'Università di Nantes;Virginie Dupont presidente dell'Università della Bretagna Sud;Vincent Goueset rettore dell'Università di Rennes 2;Pasquale Leroux presidente dell'Università di Le Mans;Pasquale Olivard rettore dell'Università della Bretagna Occidentale;Laurent Uno rettore dell'Università di Rouen Normandia;Pedro Lages Dos Santos