né RN-né LFI, caso per caso o ritiro sistematico, la coalizione macronista è divisa sulla fisionomia del fronte repubblicano

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Il primo ministro Gabriel Attal parla nel cortile dell’Hôtel de Matignon dopo l’annuncio dei risultati del primo turno delle elezioni legislative, a Parigi, il 30 giugno 2024. JULIEN MUGUET PER “IL MONDO”

È già notte su Matignon, domenica 30 giugno, quando Gabriel Attal, con espressione seria, si avvicina alla scrivania. Sono quasi le 22, il primo turno delle elezioni legislative ha appena inflitto una dura sconfitta al campo presidenziale. I risultati sono meno negativi di quanto si immaginasse, ma non c’è più spazio per dubbi. Il primo ministro sa di vivere i suoi ultimi istanti in rue de Varenne. Lui che, a 35 anni, poteva talvolta pensare all’opportunità che gli era stata offerta di occupare posizioni così alte in così giovane età, potrebbe cedere il posto al puledro di Marine Le Pen, Jordan Bardella, 28 anni. Il Raggruppamento Nazionale (RN), molto prima del voto, è sull’orlo del potere, vicino a conquistare la maggioranza dei seggi nell’Assemblea Nazionale. L’alleanza di sinistra del Nuovo Fronte Popolare (NFP), che riunisce il Partito Socialista, gli ecologisti e La France insoumise (LFI), è salita al secondo posto, lasciando molto indietro la coalizione Rinascimento-MoDem-Orizzonti.

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Il fallimento è stato totale per il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, che il 9 giugno ha deciso di sciogliere l’Assemblea nazionale per riprendere, a suo dire, il controllo. Ma è Gabriel Attal che deve trovare le parole giuste “Evitare che accada il peggio”. Questa sera “non è una serata come le altre”, sospira l’inquilino di Matignon. L’ex candidato del Partito Socialista in 10e Circoscrizione elettorale di Hauts-de-Seine, promette di non andarci “per quattro sentieri”. Dopo aver combattuto ferocemente contro “gli estremi”criticando la RN ma anche la ” caos “ ciò che secondo lui rappresenta il programma PFN, dominato, dice, dalla LFI, il capo del governo distingue ora tra un nemico, il RN, e un avversario politico, il PFN.

La battaglia del secondo turno non è la stessa del primo. Gabriel Attal ora parla di “dovere morale” e ascolta “essere all’altezza del destino francese”. “Il nostro obiettivo è chiaro, Egli ha detto: impedire al Raggruppamento Nazionale di ottenere la maggioranza assoluta al secondo turno, di dominare l’Assemblea Nazionale e quindi di governare il Paese con il suo disastroso progetto. » Prosegue solenne: “Lo dico con la forza che il momento richiede a ciascuno dei nostri elettori. Nemmeno un voto dovrebbe andare al Raduno Nazionale. In tali circostanze, la Francia non merita alcuna esitazione. Mai. » E invita i candidati della coalizione Ensemble pour la République a ritirarsi quando saranno al terzo posto nelle elezioni triangolari, per evitare l’elezione di un deputato di estrema destra.

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