A Mentone, Karim Djekhar apre il suo cuore in un libro

A Mentone, Karim Djekhar apre il suo cuore in un libro
A Mentone, Karim Djekhar apre il suo cuore in un libro
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Nato a Zitouna, in Algeria, Karim Djekhar sembrava destinato a fare delle olive la sua professione. Anche se, va detto, i rami ne ostacolavano il cammino. Perché il nome del suo paese d’origine significa olivo, quando suo nonno lo coltivava lui stesso. Divenuto responsabile della Huilerie Saint-Michel, con impegno e amore, l’uomo della via di Bréa ha voluto raccontare la sua storia in un libro. Con l’aiuto della biografa Sandra Bensoussan. Martedì entrambi hanno presentato il frutto del loro incontro: Nato tra gli ulivi – alla presenza dei parenti di Karim, degli eletti e degli chef Mauro Colagreco e Patrick Raingeard. “Spesso mi sono chiesto perché scrivere, dichiara al pubblico. Questa è la prima volta per me. Ma in questi tempi tormentati è importante rendere possibile il risveglio ai valori veri”.. Superare te stesso, in questo caso. Lavorare. E credi. A Mauro Colagreco, che firma la prefazione del suo libro, esprime la sua gratitudine. “Ti ho teso la mano e tu mi hai aperto le braccia.”

“Conosciuto come il lupo bianco a Mentone”

Ricorderemo infatti che è con quell’uomo non ancora tripla stella che Karim lancia gli oli aromatizzati che lo hanno reso famoso oggi. “Sono così felice che tu abbia potuto condividere la tua storia, al di là delle persone che ti conoscono. È un vero esempio per la società in cui viviamo. Apertura verso gli altri, voglia di non fare le cose per interesse…”commenta l’amico di Mirazur. “Tu sei quello che passa dolcemente ma a Mentone sei conosciuto come il lupo bianco. Abbiamo la fortuna, in questa città, di avere persone straordinarie che sanno cosa sia l’amicizia, la lealtà, la solidarietà, il lavoro”aggiunge il sindaco Yves Juhel.

Karim lo riconosce: intraprendere un’avventura letteraria del genere avrà richiesto una grande forza di persuasione da parte di Sandra Bensoussan. “Nel lavoro mostro quello che so fare, ma sono una persona molto discreta. Molto riservata riguardo alla mia vita. È stata Sandra a offrirmi i suoi servizi. Mi ha contattato due o tre volte e io mi sono detta perché no?”, sottolinea. Affermando che a pesare è stata la confessione di Sandra, diversa dalla sua. “È importante dire che possiamo fare cose buone, che gli uomini possono amarsi”, sbottò. Ammirando il modo in cui il biografo sapeva di lui “togliere i vermi dal naso”. Attraverso un lavoro che somiglia a quello di uno psicanalista, spiega quest’ultimo.

Un secondo volume?

“Propongo una serie di una decina di colloqui della durata di 1 ora/1 ora e 30 minuti. Sempre per telefono ci confidiamo di più quando non siamo faccia a faccia”, spiega Sandra. Indica di aver costruito il libro in modo cronologico-tematico, lasciando però una parola spontanea. Karim racconta le sue origini, i suoi genitori, le difficoltà incontrate. “Arrivato qui a 4 anni, voleva sentirsi francese. Doveva sempre dimostrare di essere come gli altri, nonostante gli ostacoli., chiede Sandra. Il biografo racconta anche come Karim entrò nel frantoio durante uno stage (non retribuito). Poi non l’ha mai lasciata. Fino a riacquistarlo. “Mi ha commosso questa storia, il ponte tra Algeria e Francia, l’arricchimento culturale”. Sandra scherza dicendo che quando ha inviato a Karim tutto ciò che aveva scritto, lui si è affrettato a far notare cosa mancava. “Ci sono ricordi che ritornano, sono riuscito a liberare cose, fatti della vita che avevo nascosto, si giustifica. È stato complicato per me. Sono un ragazzo molto sensibile.”

L’uscita del libro arriva, in sostanza, nel migliore dei casi, in un contesto in cui troppo spesso l’odio prende il sopravvento. “Quello che stiamo vivendo oggi, l’ho già sperimentato. Anche la vita è giorno e notte. A volte sembrano molto belle, molto simpatiche, ma dietro c’è il diavolo”., Karim respira. Premettendo che la biografia si conclude con la ripresa del frantoio. Il successo. “Quando abbiamo finito il libro mi sono detto: ci vuole il secondo. Ci sono ancora tante cose da dire…”

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