Storie in lingua dei segni per bambini in biblioteca

Storie in lingua dei segni per bambini in biblioteca
Storie in lingua dei segni per bambini in biblioteca
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Alla biblioteca Louise-Walser-Gaillard, nel 9° arrondissement di Parigi, undici bambini dai 9 ai 24 mesi aspettano tranquillamente questo mercoledì mattina su tappeti colorati. Sono le 10.30 ed è il momento delle filastrocche, che qui hanno la particolarità di essere raccontate nel linguaggio dei segni. Accompagnati da uno dei genitori o dalla tata, i bambini sono seduti di fronte a Morgane e Valérie. Morgane è sorda e racconta storie nel linguaggio dei segni in duo con Valérie, non udente, che le traduce oralmente. Entrambi molto entusiasti dell’idea di condividere storie sugli animali e sul cielo stellato con il loro giovanissimo pubblico.

Morgane ha creato “rime che utilizzano ritmi e configurazioni della mano sempre uguali, perché quelle scritte per gli udenti non sono affatto adatte alla lingua dei segni”, spiega Catherine, responsabile del centro per sordi. Davanti a lei, alcuni bambini sono molto concentrati e imitano attentamente i gesti di Morgane, mentre altri, più agitati, cominciano a gattonare da un capo all’altro della stanza. Dopo alcune filastrocche e racconti arriva il momento di condivisione in cui i libri vengono distribuiti ai bambini che potranno poi sfogliarli.

Indy, 10 mesi e un maglione punteggiato di verdesca, è venuto a partecipare al laboratorio accompagnato da sua madre: “Per noi è importante che abbia questa attrazione per il libro, anche se all’inizio consiste nel fare un pasticcio. Non necessariamente sono attenti, si ascoltano un po’, si guardano, ma questo dà loro la sensibilità per la lettura. » La maggior parte di questi bambini molto piccoli sentono e si risvegliano alla lettura attraverso questo momento di scoperta. “La nostra visione è lasciare che i bambini siano liberi, cattureranno ciò che vogliono quando lo vogliono. L’importante è che sia un piacere, per noi ma anche per loro”, spiega Valérie, che dice di sì “un piede tra due mondi”.

Agenti formati nel linguaggio dei segni

La location, però, non è una coincidenza: la biblioteca è uno dei cinque centri per non udenti della città di Parigi e tutti i suoi operatori sono formati nel linguaggio dei segni, per offrire un’accoglienza inclusiva. Louise Walser-Gaillard, nata nel 1879, fu una poetessa e attivista sorda che, nel 1912 alla Sorbona, espose le difficoltà incontrate dai bambini sordi e criticò l’insegnamento religioso a loro inadatto, perché interamente orale.

Visitatori e bibliotecari imparano così ad adattarsi per comunicare. “Quando i nostri lettori si trovano di fronte ad una persona sorda alla portineria per informarsi, si adattano nella comunicazione attraverso la scrittura, attraverso la mimica…”, aggiunge Caterina. Una particolarità che si adatta alla missione generale delle biblioteche, secondo Sylvie Da Costa, vicedirettrice: “Promuovere l’accoglienza incondizionata di tutti i pubblici, indipendentemente dalla loro età, situazione sociale o disabilità. »

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