[Clin d’œil] Portano venti da ovest

[Clin d’œil] Portano venti da ovest
[Clin d’œil] Portano venti da ovest
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Nel momento in cui depositeremo la nostra scheda elettorale nelle urne, centinaia di barche si preparano a salpare per la Bretagna. Alcuni, provenienti da porti molto lontani, sono già scesi in mare per unirsi alla grande festa marittima di Brest 2024. In dodici giorni, l’ottava edizione di questo raduno nautico iniziato nel 1992, tra un porto ben rinfrescato e i suoi dintorni, si aprirà. La città è rimasta traumatizzata dal recente naufragio del Brest Armorique, la squadra di calcio il cui presidente, ammanettato, è stato messo dietro le sbarre mentre altri, allo stesso tempo, sono sfuggiti all’infamia per atti comunque simili. Il Brest era in difficoltà con il suo club morente, minacciato di collasso. Chi avrebbe mai potuto immaginare allora che il ribattezzato Stade Brestois 29 un giorno sarebbe arrivato in Champions League e avrebbe stupito tutta l’Europa del calcio con il suo budget stracciato, il suo stadio d’altri tempi e i suoi giocatori venuti dal nulla?

Ma se nel 1992 il morale della città era al di sotto del livello del mare, è anche e soprattutto perché nubi scure si addensano all’orizzonte sotto la minaccia del piano di ristrutturazione dell’Esercito che preannunciava un disastro per l’occupazione. La riduzione della flotta, il piano di carico da fame dell’arsenale, la manodopera tagliata a colpi di scure… La città, ancora così dipendente dalla Marina Nazionale, è scossa dalle grandi manifestazioni di Brest Debout e il futuro si prospetta più oscuro di un dipinto di Soulages. La punta bretone sembrava condannata a scomparire nel vicolo cieco della sua geografia, l’handicap della lontananza spingeva le aziende a migrare verso est e la cintura di Rennes, profilata come una cintura di castità, minacciava di non avere più nulla da cedere. Tutto sembrava combaciare. E ancora.

“Il Brest è tornato nella Ligue 1 delle città dinamiche, contribuendo a ristabilire un certo equilibrio di fronte al peso schiacciante dell’asse Rennes-Nantes. »

Come la sua squadra di calcio, il Brest ha vissuto una ripresa spettacolare negli ultimi anni grazie a una tecnologia caduta dal cielo: l’economia digitale. Con la magia del telelavoro, ha abbattuto le distanze come castelli di carte e ha dimostrato, brillantemente, la voglia dei bretoni per le nuove tecnologie, restituendo tono all’intero tessuto economico. E il Brest è tornato nella Ligue 1 delle città dinamiche, contribuendo a ristabilire un certo equilibrio di fronte al peso schiacciante dell’asse Rennes-Nantes.

La punta bretone, così salvata dalle acque, simboleggia oggi la salute economica del Paese, tema minato in questa campagna lampo dall’attenzione all’immigrazione e ai temi sociali. Se si parla così poco dell’economia è proprio perché va bene e in periodo elettorale si mette solo il dito sulle piaghe. Il fragore del dibattito pubblico ci farebbe quindi quasi dimenticare che l’ansia della disoccupazione si è chiaramente attenuata e che, nonostante un susseguirsi di calamità che non si vedevano dai tempi della seconda guerra mondiale, il tessuto economico ha retto. La Francia è addirittura diventata il paese più attraente d’Europa per numero di investimenti stranieri e il tandem Bretagna-Paesi della Loira ha il tasso di disoccupazione più basso in Francia. E, spinta dai venti favorevoli, la punta Armoricana non è più in ritardo rispetto a Rennes perché, oltre a Brest, le città di medie dimensioni di Quimper, Lorient e Saint-Brieuc escono rafforzate dalla crisi, circondate dalla ruralità bretone alla quale, nonostante la gente dice, molti abitanti delle città sognano.

Brest e la Bretagna occidentale si trovano oggi in una situazione molto più invidiabile che nel 1992, quando arrivarono le prime barche per una festa grandiosa, arricchita dalle immagini mozzafiato della regata Brest-Douarnenez, un’armata di vecchia marina come quella che abbiamo mai visto prima sulle onde. È stato sublime e gioioso. Quindi, in questi giorni eccezionalmente gravi, sorge una domanda: lo spirito della festa sarà ancora presente quando il sole sorgerà su Brest 2024?

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