Par
Nicolas Pipelier
pubblicato su
28 giugno 2024 alle 12:01
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Due gambe e dita amputate a causa del morso di un cane. Questo Yonnais pagò cara la sua mania dei grandi gesti. Almeno questo è ciò che il suo avvocato, Maître Carole Verdu, ha difeso giovedì 27 giugno davanti al tribunale giudiziario da La Roche-sur-Yon.
Il magistrato è tornato a questo tragico giorno del 2 giugno 2017 quando il suo assistito ha visto un cane gli salta alla gola. Il cane di un conoscente senza indirizzo fisso (senzatetto) che mendicava davanti all’U Express nella piazza delle Halles a La Roche-sur-Yon.
Quel giorno, i due uomini, abbastanza ubriachi, stavano parlando quando Talia, un incrocio Labrador-Spaniel, è rimasto sorpreso dall’effetto manica. Pensando che il suo padrone fosse in pericolo, il cane di due anni ha morso il viso dell’intruso.
Prima di allertare i soccorsi, il proprietario ha provveduto a mettergli la museruola. Quando i servizi di emergenza volevano prendersi cura della vittima, quest’ultima rifiutato di seguirli in ospedale e ha firmato una liberatoria.
140 giorni di ITT
Sfortuna, il cane è stato portatore di un virus. Con il passare dei giorni, gli Yonnai videro la sua salute peggiorare. Al punto da essere ricoverato d’urgenza. Affetto da grave setticemia, il paziente venne immerso in a coma artificiale. Sia le sue gambe che le sue dita furono amputate. Un intervento, fatturato 250.000 euro al CPAM, che gli è costato 140 giorni di inabilità totale al lavoro (ITT).
Problema, il proprietario del cane, insolvente, è scomparso nel nulla. IL Finanzia la garanzia, che ha inviato sul posto il suo avvocato parigino, si è rifiutato di risarcire la vittima. Considerando che non vi è alcuna colpa poiché il padrone non ne aveva nessun obbligo di mettere la museruola al canenon elencati nelle categorie 1 e 2.
Un argomento che ha fatto infuriare l’avvocato della parte civile. “Il problema in questo caso è questo Non ho la vittima giusta. Se il mio cliente fosse stato un bambino non avremmo nemmeno avuto questo tipo di discussione. »
Deliberato il 4 luglio
Per il pm Fiammetta Esposito il caso è chiaro. “Senza la sepsi, erano dieci giorni di ITT. Fu il rifiuto delle cure mediche a far sì che questa vicenda diventasse una catastrofe. »
E il pubblico ministero ha aggiunto: «Questa frase che consiste nel dire se non condannate M. il mio assistito non riceverà un centesimo, mi disturba e mi mette molto a disagio. Risarcimento in materia civile non mi interessa. A me interessa solo il criminale. »
Secondo il pubblico ministero non è stata individuata alcuna colpa: “Goffaggine, non ne vedo alcuna; disattenzione, non ne vedo; incoscienza, non ne vedo nessuna ; negligenze, non ne vedo…” L’epifora si concludeva con la richiesta di scarcerazione dell’imputato.
La decisione era riservata. La decisione verrà presa giovedì 4 luglio alle 13:45.
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