L’immigrazione è uno dei temi di questa campagna legislativa. France Bleu Bourgogne accoglie Françoise Lechat, direttrice del Cesam di Digione, organizzazione di formazione e sostegno agli immigrati, e Sarah Descombin, facilitatrice del programma di integrazione sociale Ensemble.
Il 95% delle persone che varcano la soglia del Cesam di Digione sono in cerca di lavoro. Ma ogni anno il Cesam accoglie anche 3.500 migranti60% donne e 40% uomini. Questa organizzazione mira a sostenerli e formarli con l’obiettivo di trovare loro un lavoro..
Apprendimento delle lingue: un passo essenziale
Françoise Lechat, direttrice del Cesam di Digione, afferma che il primo passo quando il Cesam accoglie stranieri o migranti è l’apprendimento della lingua e del francese. “È da lì che inizia tutto, perché conoscere il francese poi permette a queste persone di potersi integrare”. Si tratta anche di scoprire il territorio per coinvolgere gli immigrati nella vita della città. Françoise Lechat precisa inoltre che oggi sempre più datori di lavoro sono attenti ad assumere migranti quando sono passati dal Cesam perché hanno un permesso di soggiorno, che permette loro di lavorare senza preoccupazioni.
Difficile accesso al lavoro per gli immigrati
Sarah Descombin è facilitatrice al Cesam di Digione, gestisce il programma di integrazione sociale “Ensemble”. Accompagna quotidianamente stranieri e migranti nei corsi di apprendimento delle lingue ma anche in molte altre procedure. “Oggi per uno straniero avere accesso ad un lavoro è più difficile” spiega Françoise Lechat “perché c’è anche la questione dell’insicurezza abitativa e dell’insicurezza finanziaria”.
I settori che impiegano più stranieri oggi in Francia sono l’edilizia, le professioni di assistenza personale e il settore delle pulizie.. “Spesso è un lavoro restrittivo” riconosce il direttore del Cesam ma “capita anche che le persone arrivano con il diploma di medico o di pediatra nel loro Paese e anche lì per loro è difficile trovare posto“.
Quando arrivano in Francia, gli immigrati sono consapevoli che devono assolutamente lavorare per sopravvivere. “Il loro viaggio per raggiungerci è stato spesso caotico e trovare un lavoro salva la vita.” conclude il direttore del Cesam.
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