A 102 anni, l’ex partigiano di Montauban porta la fiamma olimpica

A 102 anni, l’ex partigiano di Montauban porta la fiamma olimpica
A 102 anni, l’ex partigiano di Montauban porta la fiamma olimpica
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l’essenziale
Sotto lo pseudonimo di Anna, l’attivista antifascista austriaca trovò rifugio a Montauban (Tarn-et-Garonne) nel 1941. 83 anni dopo, divenuta centenaria, Mélanie Berger-Volle ebbe l’onore di portare la fiamma olimpica a Saint – Etienne, la città prefetturale della Loira dove vive.

Un destino straordinario quello di Mélanie Berger-Volle.
Guy Jamme, insegnante in pensione di Villebrumier, appassionato di storia e lettore di La Dépeche du Midiporta alla nostra attenzione il nome di questa donna austriaca, di 102 anni, il cui passato di combattente della resistenza la lega a Montauban e al Tarn-et-Garonne.

Nei giorni scorsi, Mélanie Berger-Volle è stata tra le staffette della torcia olimpica a Saint-Etienne, la città della prefettura della Loira dove vive. Per questa occasione eccezionale era accompagnata dalla nipote.
Guy Jamme ripercorre per La spedizionela vita di questa vera eroina.

“Nata in Austria, Mélanie Berger-Volle è stata un’attivista antinazista e resistente che, nella primavera del 1941, si ritrovò a Montauban in una fattoria dove l’allora sindaco, Fernand Balès, accoglieva i profughi antifascisti. pseudonimo di Anna, partecipò alla propaganda anti-Hitler tra i soldati nemici: distribuzione e incollaggio di volantini in tedesco, contatti individuali, distribuzione del giornale Fratellanza proletaria.

Gravemente maltrattata, fu incarcerata nel carcere Saint-Michel di Tolosa e condannata a 15 anni di lavori forzati. Trasferita nel carcere di Marsiglia, riuscì a fuggire il 15 ottobre 1943.

Il 20 gennaio 1942 fu arrestata dalla polizia francese. Gravemente maltrattata, è stata incarcerata nel carcere Saint-Michel di Tolosa e condannata a 15 anni di lavori forzati e 20 anni di divieto di viaggio per “aver distribuito volantini con intenzioni comuniste o anarchiche”. Trasferita nel carcere di Marsiglia il 15 ottobre 1943, approfittando del ricovero in ospedale, riuscì a fuggire grazie alla complicità. Riprenderà la sua azione clandestina a Digione, Lione e Parigi.
Con il suo secondo marito, Lucien Volle, si batté per tramandarne la memoria e ricevette tutte le onorificenze legate alla sua azione di resistenza.”

Ad “Anna” la fiamma della Resistenza continua ad ardere.
Rispetto, signora.

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