GIUSTIZIA Intrappolano un omosessuale dopo un appuntamento sui social network

GIUSTIZIA Intrappolano un omosessuale dopo un appuntamento sui social network
GIUSTIZIA Intrappolano un omosessuale dopo un appuntamento sui social network
-

Martedì 25 giugno, due uomini sono stati processati davanti al tribunale di Nîmes per furto d’auto durante un incontro e per ricatto. I due complici hanno minacciato la vittima di sporgere denuncia per stupro se non avesse donato 1.000 euro.

Ugo, un giovane che all’epoca dei fatti aveva 21 anni, ritrova un ex amico conosciuto grazie allo sport. I due uomini iniziano ad avere scambi intimi tramite messaggi. Finiscono per concordare una data per il 16 gennaio 2022. Ugo chiede a “T” la somma di 500 euro in cambio di sesso quel giorno. Affare.

Questo 16 gennaio 2022 i due uomini si incontrano quindi ad un distributore di benzina. “T” arriva in macchina alle 21:10. Ugo lo aspetta ma non è solo… Lo accompagnano tre persone, tra cui due minorenni. “T” si ferma, saluta l’amico e i giovani aggressori salgono sul suo veicolo. Uno di loro, Rachid, sale dal lato del passeggero, gli altri sono sul sedile posteriore.

“Dammi 1.000 euro o ti denuncerò per stupro su minore!” Rachid minaccia. La vittima riprende la strada e si dirige verso casa, sempre con i quattro “complici” a bordo del suo veicolo. Sotto pressione, si ferma al semaforo rosso e coglie l’occasione per fuggire. La vittima presenterà denuncia contro i quattro individui. I due minorenni erano stati processati separatamente presso il tribunale dei minorenni lo scorso settembre.

Girarsi

Ugo e Rachid sono stati processati martedì 25 giugno davanti al tribunale penale di Nîmes per furto durante un incontro e tentato ricatto. Mentre erano amici, Ugo farà rivelazioni sorprendenti. “Ho scritto questi messaggi ma sono stato costretto da Rachid. Mi ha costretto. Per diversi anni ha preso soldi da me. Non sono omosessuale ma ero pronto a fare sesso con “T” e poi dare i 500 euro a Rachid”lui spiega.

Versione curiosa perché Ugo nelle sue varie udienze non ha mai accennato a questa situazione. “Ero ancora sotto l’influenza. Dato che è in carcere, oggi ho voglia di parlare”, afferma davanti al tribunale di Nîmes. Dal 21 dicembre, infatti, Rachid è in detenzione per un altro caso. “Mi ha già picchiato e minacciato me e la mia famiglia. Per lui ho rubato anche 10.000 euro a mia madre”, aggiunge Ugo.

Durante il giudizio Rachid era in videoconferenza. Dall’altra parte dello schermo la versione è diversa. “Non ho mai preso un euro da Ugo. Viveva a casa dei miei genitori e io gli pagavo le sigarette, i farmaci e il cibo. Mi ha mentito, mi ha detto che questo signore lo aveva toccato mentre giocava a badminton e che era stato violentato sessualmente, volevo farmi giustizia da solo. confida Rachid.

Il Pubblico Ministero presenta le sue richieste: “Abbiamo avuto diversi casi della stessa natura con vittime adescate sui social network per essere derubate. È un vero agguato. Ugo viene a provare a parlare e dice che è stato influenzato ma è facile dare la colpa di tutto a Rachid. Chiedo 18 mesi di carcere per Ugo. Per Rachid propongo tre anni di reclusione e la revoca totale della pena condizionale”.

Il tribunale di Nîmes ha condannato Ugo a un anno di reclusione con un braccialetto elettronico. Rachid ha ricevuto due anni di carcere con la revoca della sospensione di prova di un anno e un mandato di ricovero. In totale, è stato condannato a tre anni di prigione.

-

PREV CARTA GEOGRAFICA. Risultati 1a tornata legislativa 2024 a Colmar, scopri i punteggi dei candidati
NEXT Concerto dell’Orchestra Nazionale dell’Ile-de-France