Il Belgio non è più il principale paese esportatore di birra in Europa

Il Belgio non è più il principale paese esportatore di birra in Europa
Il Belgio non è più il principale paese esportatore di birra in Europa
-

Il Belgio non è più il principale paese esportatore di birra in Europa. Ciò è dovuto a un’annata 2023 molto complicata che ha visto, per la prima volta nella storia, un calo violento delle vendite estere.

Che i belgi consumino meno birra di prima è un fatto che i nostri birrai hanno integrato da tempo. Nell’arco di 20 anni, il calo dei consumi interni sfiora il 20%, che corrisponde a circa 150.000 ettolitri in meno all’anno. Il 2023 non ha fatto eccezione alla regola: l’anno scorso i belgi hanno consumato 6,532 milioni di ettolitri, ovvero 400.000 in meno rispetto a un anno prima (-5,8%).

Le ragioni di questa disincanto sono diverse: salute, qualità piuttosto che quantità (più birre premium che pilsner, ecc.) e l’aumento delle birre analcoliche (+12%). Senza dimenticare l’inflazione che, ad esempio, porta una birra speciale tra i 5 ei 6 euro nella ristorazione.

Di solito, la depressione interna veniva compensata dall’espansione delle esportazioni. L’anno scorso non era così, tutt’altro. Per la prima volta nella storia, i birrifici belgi hanno visto diminuire le loro esportazioni. Il calo è consistente: 7,5% in media. Nel 2023, il Belgio ha esportato 1,7 miliardi di euro. Perde così la leadership europea a vantaggio dei Paesi Bassi (2 miliardi di euro). Completa il podio la Germania, il maggior produttore europeo con 76 milioni di ettolitri (1,25 miliardi di euro).

Il calo delle esportazioni è violento nei paesi lontani: gli Stati Uniti crollano del 18% e riguardano solo 200.000 ettolitri, la Cina crolla addirittura del 27%!

Segnaliamo infine che, per la prima volta da secoli, il numero dei birrifici è in diminuzione. Alla fine del 2023 ne erano rimasti solo 417, ovvero 13 in meno in un anno.

-

PREV La SIG Strasburgo recluta Skipper-Brown
NEXT ESCLUSIVO. Assassinio di Christian Poucet vicino a Montpellier: l’inchiesta rilancia 23 anni dopo