Abdellatif Ouahbi: Gli alberi carichi di frutti attirano le pietre

Abdellatif Ouahbi: Gli alberi carichi di frutti attirano le pietre
Abdellatif Ouahbi: Gli alberi carichi di frutti attirano le pietre
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In un contesto politico teso, Abdellatif Ouahbi, Ministro della Giustizia e figura emblematica del Partito Autenticità e Modernità, di cui è stato segretario generale, è intervenuto il 19 giugno 2024 sul set del programma “Nokta Ila Satr”. Il suo intervento fa seguito alla presentazione della relazione intermedia dell’Esecutivo da parte del Capo del Governo, Aziz Akhannouch, davanti ad entrambe le Camere del Parlamento, un’operazione che ha suscitato un’ondata di aspre critiche da parte dell’opposizione. Di fronte a questo tumulto politico, l’apparizione sui media di Ouahbi era attesa con particolare interesse, promettendo di far luce sulla posizione del governo e più specificamente sulle riforme in corso nel settore della giustizia.

Un sano esercizio democratico

“Gli alberi carichi di frutti attirano le pietre”, dice subito il signor Ouahbi. Per il ministro le critiche che piovono sul governo sono paradossalmente segno di un lavoro sostanziale compiuto. “Questa presentazione della relazione intermedia è una pratica costituzionale positiva che rende il governo responsabile non solo nei confronti del Parlamento, ma anche nei confronti dell’opposizione e della società civile”, spiega. Lungi dall’offendersi, Ouahbi vede queste critiche come un’opportunità: “Le critiche dell’opposizione danno valore al nostro lavoro evidenziando gli aspetti che necessitano di miglioramenti”. Un atteggiamento che contrasta con l’immagine, spesso conflittuale, dei rapporti tra maggioranza e opposizione.

Se il ministro accoglie con favore l’esercizio di trasparenza rappresentato da questa valutazione di medio termine, rimane comunque lucido riguardo alle sfide che persistono. “La nostra cultura politica manca ancora di spessore”, lamenta. Il signor Ouahbi sottolinea la necessità di rafforzare la cultura democratica in Marocco, accogliendo con favore gli sforzi del suo collega Mehdi Bensaïd, Ministro della Cultura, nonostante le numerose critiche che ha ricevuto. Per Ouahbi la posta in gioco è alta: si tratta di difendere le idee progressiste di fronte alle correnti conservatrici che cercano di screditarle. “Dobbiamo insegnare ai nostri cittadini come condurre il dialogo democratico senza ricorrere ad accuse infondate”, insiste, sottolineando l’importanza di un’opposizione costruttiva nel processo democratico.

L’opposizione: un ingranaggio essenziale della democrazia

Lungi dal respingere apertamente le critiche dell’opposizione, Abdellatif Ouahbi adotta un atteggiamento di apertura. Riferendosi alla lettera di Nabil Benabdallah, leader del Partito del Progresso e del Socialismo (PPS), che ha criticato il comportamento del governo, il ministro lo vede come un sano esercizio democratico. “Ho letto attentamente questa lettera”, confida. “Alcune critiche sono fondate, altre discutibili, ma è proprio questo dibattito che rafforza la nostra democrazia”, ​​ha dichiarato, contrariando la posizione adottata dall’altra parte della maggioranza, quella Raduno nazionale degli indipendenti (RNI) i cui dirigenti avevano visto molto male questa lettera del PPS.

Questo atteggiamento conciliante non gli impedisce di difendere con vigore l’azione del governo. “La nostra strategia di comunicazione è convincente”, afferma. “I ministri sono tenuti a spiegare le loro azioni e decisioni al pubblico, sia attraverso i social media che in Parlamento”. Una trasparenza che, secondo lui, contribuisce a rafforzare la fiducia dei cittadini nelle loro istituzioni.

Maggioranza di governo: tra coesione e tensioni

Anche all’interno della maggioranza, composta da PAM, RNI e Partito Istiqlal, i rapporti non sono sempre tranquilli. Ouahbi non cerca di negarlo: “In qualsiasi coalizione politica, le tensioni sono inevitabili”. Insiste però sul coordinamento e sulla collaborazione che prevale tra i partiti di maggioranza. Il ministro rivela che da quando ha lasciato l’incarico di segretario generale dell’APM si è volontariamente allontanato dalle discussioni interne al partito. “Lascio che la nuova leadership prenda le proprie decisioni”, spiega, sottolineando il suo rispetto per i processi democratici interni al partito.

Le sfide della riforma giudiziaria

Al di là dei giochi politici, Abdellatif Ouahbi non dimentica la sua missione primaria: la riforma del sistema giudiziario marocchino. Parla con passione dei tanti progetti in corso, dal Codice penale al Codice della famiglia, compresa la creazione di un istituto di mediazione per gestire varie tipologie di conflitti. “Queste riforme sono essenziali per modernizzare il nostro sistema giudiziario e migliorare l’efficienza delle procedure”, sottolinea. Il ministro non nasconde la sua ambizione: trarre ispirazione dalle migliori pratiche internazionali adattandole al contesto marocchino. “Vogliamo introdurre una cultura della mediazione nel nostro sistema giudiziario, come avviene in Francia”, spiega.

Il signor Ouahbi è particolarmente entusiasta quando affronta la questione della digitalizzazione del sistema giudiziario. “Abbiamo già fatto progressi significativi”, si rallegra. “L’emissione online di casellari giudiziari ha reso possibile servire un milione di persone senza che dovessero viaggiare fisicamente”. Un esempio concreto dell’impatto positivo della modernizzazione sulla vita quotidiana dei cittadini. Per i prossimi mesi il ministro annuncerà diversi progetti di legge importanti, che riguardano soprattutto le professioni legali. “Queste riforme sono cruciali per rafforzare la professionalizzazione e la competenza degli attori del sistema giudiziario”, afferma.

Delineando queste prospettive per i mesi a venire, il ministro della Giustizia ha presentato un fitto programma legislativo, strutturato attorno a diversi progetti di legge strutturanti. In primo piano la revisione del Codice penale, un progetto colossale in fase di finalizzazione e che è sul tavolo del Capo del Governo. Allo stesso tempo, Ouahbi ha citato la revisione del Codice della Famiglia. Ha menzionato anche una serie di testi volti a modernizzare le professioni legali, con progetti di legge riguardanti notai, ufficiali giudiziari e avvocati, che saranno presto sottoposti all’esame del Parlamento.

Consapevole della portata del compito e delle sfide che lo attendono, il ministro ha annunciato, non senza una certa combattività, che i prossimi due anni lo vedranno percorrere assiduamente i corridoi del Parlamento. Il suo obiettivo: realizzare queste riforme cruciali per il sistema giudiziario marocchino, preparandosi al tempo stesso a possibili concorsi politici. Questa dichiarazione fa presagire vivaci dibattiti e intensi negoziati in Aula, riflettendo l’importanza e la sensibilità delle questioni legate a queste riforme.

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