Ginevra: alla Fête de la Musique, due sax per un pianoforte

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L’Ékonë Trio, musica di tutti gli snodi

Pubblicato oggi alle 9:12

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È una storia tutta da raccontare, che traccia diagonali attraverso il Vecchio Continente e unisce affinità musicali tra artisti lontani. Questi pochi tratti si ritrovano nel pedigree dell’Ékonë Trio, costruito da due sassofonisti e un pianista che il caso ha fatto incontrare un giorno a Versailles, una manciata di anni fa. I tre complici da allora hanno rafforzato i loro legami mentre oggi percorrono l’ultimo tratto di un master in pedagogia all’interno di conservatori disparati: alcuni a Liegi, altri a Parigi, altri a Ginevra. Il festival della musica ha dato loro una nuova scusa per fare le valigie e incontrarsi a Ginevra.

Venerdì sera, sotto le volte della chiesa di Saint-Germain, mentre un manifesto essenziale del calcio europeo spiegava ovunque i suoi argomenti sugli schermi, hanno aperto i loro banchi per seguire un programma promettente. Erano esposte tre opere di tre epoche distinte, con partiture originariamente progettate per pianoforte, clarinetto e viola. Avremmo quindi scoperto tutto in modi nuovi. E fin dalle prime battute, la sorprendente unione dei fiati e delle tonalità bianche e nere ha avuto il suo effetto. Una nuova storia si è aperta al pubblico, con le sue trame particolari e i suoi timbri sorprendenti.

La pianista Edlira Braka nella chiesa di Saint-Germain.

Certamente i luoghi molto riverberanti davano fin troppa brillantezza ai due sax, annegando il pianoforte in un flusso che in alcuni punti era poco distinto. Tuttavia abbiamo ascoltato il “Trio op. 265” di Carl Reinecke – di cui nel 2024 si celebra il bicentenario – e ci siamo detti che il matrimonio strumentale proposto era certo raro, ma assolutamente non una moda passeggera.

Osservazione rinnovata con uno degli studenti di Reinecke, Max Bruch, anche lui nel programma. I suoi “Otto pezzi op. 83” sono miniature dagli stati d’animo contrastanti. Incontriamo un lirismo sgargiante e attraversiamo anche episodi più oscuri, in un linguaggio post-romantico che il trio ha tradotto meravigliosamente. Un’ultima crocchetta prima di lasciare la sede? Ha allineato anche miniature ma in un altro linguaggio contemporaneo: quello del francese Philippe Hersant. Le sue “Six Bagatalles”, create nel 2007, hanno creato un collegamento perfetto, dalle linee brahmsiane di Reinecke ai giorni nostri. Questo è il grande successo di Ékonë Trio.

Rocco Zaccheo è entrato nella redazione della Tribune de Genève nel 2013; si occupa di musica classica e d’opera e si dedica, di volta in volta, a novità letterarie ed eventi culturali disparati. In precedenza, ha lavorato per nove anni presso il quotidiano Le Temps e ha collaborato con RTS La Première. Più informazioni

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