La partita Belgio-Israele potrebbe svolgersi a porte chiuse in un “Paese neutrale”: “Sarebbe stata una follia organizzare questa partita a Bruxelles”

La partita Belgio-Israele potrebbe svolgersi a porte chiuse in un “Paese neutrale”: “Sarebbe stata una follia organizzare questa partita a Bruxelles”
La partita Belgio-Israele potrebbe svolgersi a porte chiuse in un “Paese neutrale”: “Sarebbe stata una follia organizzare questa partita a Bruxelles”
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Organizzare l’incontro tra Belgio e Israele il 6 settembre allo stadio King Baudouin nell’ambito della fase a gironi della Nations League sarebbe stato”una furiosa follia in termini di gestione”, secondo un agente di polizia ben informato che testimonia in forma anonima.

La decisione della città di Bruxelles di rifiutarsi di organizzare questo incontro è quindi tutt’altro che una sorpresa, considerato il centinaio di manifestazioni organizzate a partire dal 7 ottobre in relazione all’offensiva di Hamas e alla risposta israeliana. “Considerato l’attuale contesto politico, l’organizzazione di questa partita avrebbe portato a gravi eccessi. L’abbiamo visto quando manifestazioni organizzate davanti all’ambasciata israeliana a Uccle, blocchi nei campus universitari. Sarebbe inconcepibile poter garantire la sicurezza della nazionale israeliana, del pubblico israeliano presente alla partita e di tutti gli spettatori”lui spiega.

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Per arrivare a tale decisione, la Città di Bruxelles ha consultato la polizia di zona, il Ministero degli Interni e l’Unione Belga. Nello specifico è stata l’Ocam a esprimere un giudizio sfavorevole all’organizzazione di questa partita. “Durante qualsiasi evento, sia esso una manifestazione, un festival o altro, effettuiamo una valutazione della minaccia. Su questa base i servizi di polizia e il centro di crisi valutano le misure da adottare. In definitiva sono gli enti locali a decidere. Non abbiamo alcuna opinione da dare, è una valutazione non vincolante”spiega il portavoce dell’Ocam.

Pertanto, ogni partita risulta da un’analisi del rischio. Nel caso di specie, il livello di protezione delle istituzioni israeliane è il livello 3 della scala definita dall’Ocam. In questo contesto, la Città di Bruxelles ha quindi deciso puramente e semplicemente di rifiutarsi di organizzare un simile evento. “L’annuncio dello svolgimento di una partita del genere nella nostra capitale, in questo periodo particolarmente travagliato, provocherà senza dubbio grandi manifestazioni e contromanifestazioni, compromettendo così la sicurezza degli spettatori, dei giocatori, dei residenti di Bruxelles ma anche delle nostre forze di polizia”spiega la città di Bruxelles in un comunicato stampa.

Un’opinione condivisa dal commissario di polizia Philippe Boucar, abituato a supervisionare le partite ad alto rischio nella zona di polizia del Midi. “Una partita di calcio deve restare una celebrazione e non deve essere oggetto di manifestazioni virulente o della minaccia di un attentato. Tuttavia, nel caso di specie, la situazione è troppo critica per poter immaginare un’organizzazione tranquilla di una partita di calcio del genere”.lui spiega.

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La domanda che resta senza risposta: dove si potrà tenere questo incontro, che inevitabilmente dovrà svolgersi visto che Israele non è escluso dalla Società delle Nazioni? Per ora la UEFA dovrà decidere.

“Un cessate il fuoco decretato da Benyamin Netanyahu forse calmerebbe la situazione e manterrebbe questa partita sul suolo belga. Ma per il momento non vedo quale sindaco accetterebbe di ospitare questa partita in Belgio, se nelle grandi città o in provincia”aggiunge il funzionario di polizia a condizione di anonimato.

La situazione è senza precedenti e uno scenario del genere non si è mai verificato nella storia recente. Per il commissario Boucar va valutata la possibilità di organizzare la partita fuori dal Belgio. “Dato che Israele partecipa a questa competizione, questa partita deve essere giocata. Dobbiamo quindi vedere se è possibile che questo incontro si svolga a porte chiuse in un paese neutrale, con grande costernazione dei tifosi belgi e israeliani, ma dobbiamo trovare un equilibrio tra una partita di calcio e tutti i pericoli che ciò può comportare. Dobbiamo quindi rispettare questa decisione presa dalla polizia di zona e dal sindaco”.

Da parte dell’Unione Belga, continuiamo a cercare una soluzione affinché questa partita si svolga in un altro stadio, in Belgio. La città di Lovanio ha però già espresso il suo rifiuto di organizzare questa partita. Si stanno prendendo contatti per cercare di organizzare l’incontro in uno stadio che soddisfi gli standard UEFA, come a Sclessin, Bruges, Charleroi. I biglietti per l’incontro del 6 settembre non sono ancora stati messi in vendita.

Quello che è certo è che la partita di ritorno prevista per il 17 novembre 2024 non si giocherà in Israele che non è in grado di ospitare competizioni sportive ma”in un altro paese” che non è stato ancora identificato. Resta da vedere cosa decideranno Francia e Italia, inserite nello stesso girone di Israele e Belgio. La Francia ospiterà Israele il 14 novembre allo Stade de France e al momento in cui scrivo queste righe tutto fa pensare che questa partita possa davvero essere mantenuta.

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La Francia assicura di poter “gestire questa partita”

Infatti, lo scorso febbraio, il presidente della Federcalcio francese ha indicato che “cSarà una partita in un contesto particolare, ma è pur sempre calcio. Adoriamo giocare a calcio. Saremo estremamente vigili con le autorità pubbliche affinché si possano realizzare le condizioni perfette per questa partita. Aspettiamo di conoscere la data, ma potremo gestire questa partita” ha dichiarato entusiasta Philippe Diallo.

La decisione finale spetterà alla UEFA, che dovrà definire in quale Paese si potranno disputare queste partite, in base alla valutazione dei rischi e alle forze di polizia specifiche di ogni Paese del Gruppo 2 della Nations League.

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