Voli con droni per il fotovoltaico

Voli con droni per il fotovoltaico
Voli con droni per il fotovoltaico
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I risultati dei voli vengono trasmessi direttamente agli autori dei progetti o a Stefan Margreth, capo del gruppo di ricerca sulle misure di protezione dell’SLF. Questo li utilizza per valutazioni che consentono ai progettisti di sapere se sono necessarie particolari misure e, in caso affermativo, quali. “Prima disponevamo solo di dati approssimativi delle carte che rappresentavano l’altezza media della neve su tutta la Svizzera, forse c’era ancora una stazione di misurazione nelle vicinanze, questo ci dava un’idea della situazione sul posto, ma non i dettagli”, spiega Stefano Margreth. In pratica già un bacino relativamente piccolo può causare grandi altezze di neve localmente. Ecco perché i voli topografici forniscono informazioni importanti.

Perché la neve non cade e resta fino alla primavera. Il vento lo sposta, creando cornicioni e superfici libere, luoghi con molta neve e altri con poca, le differenze sono enormi in montagna. “La distanza dal suolo dei moduli fotovoltaici deve essere calcolata in base all’altezza della neve locale”, spiega Margreth. Se la base è troppo bassa, i moduli scompaiono sotto una copertura bianca e il parco solare non produce elettricità. Inoltre, i danni possono essere causati dalla pressione della neve.

Ma anche l’installazione stessa ha un impatto sulla situazione in loco. “In linea di principio i parchi solari riducono la velocità del vento locale, il che dovrebbe portare a una maggiore deposizione di neve”, spiega Margreth. A causa di questo effetto, potrebbe essere distribuito in modo diverso rispetto allo stato iniziale prima della costruzione. Margreth lo paragona a strutture protettive come gli attraversamenti di colonne e le zanzariere, che ottimizzano la distribuzione della neve o riducono il rischio di valanghe consentendo al vento di depositare la neve in modo controllato in determinati luoghi.

#Swiss

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