Riforma delle pensioni: secondo il COR il deficit si allarga più del previsto

Riforma delle pensioni: secondo il COR il deficit si allarga più del previsto
Riforma delle pensioni: secondo il COR il deficit si allarga più del previsto
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l’essenziale
Il Pension Orientation Council ha pubblicato le sue nuove previsioni sul futuro del sistema francese.

Il rapporto annuale del Pension Orientation Council (COR), pubblicato giovedì, si inserisce in un contesto particolarmente incerto per quanto riguarda le prospettive economiche e demografiche. Queste incertezze sono sia cicliche che strutturali, legate a variabili quali produttività, dati demografici, occupazione, salari e prezzi. Fenomeni come il rallentamento della produttività, gli effetti del riscaldamento globale, il progresso dell’intelligenza artificiale e il calo del tasso di natalità complicano l’elaborazione di proiezioni economiche e finanziarie a medio e lungo termine.

Bilancio, spesa e risorse del sistema pensionistico in percentuale del PIL
CORNO

Le proiezioni finanziarie mostrano che il saldo del sistema pensionistico, in surplus nel 2023 (+0,1% del PIL), sarebbe in deficit dal 2024 (-0,2% del PIL). Questo deficit si allargherebbe fino a rappresentare un fabbisogno finanziario pari allo 0,8% del PIL nel 2070. Ciò è in parte dovuto agli aumenti delle pensioni e ad una riduzione più rapida delle risorse che della spesa. Il tenore di vita dei pensionati aumenterebbe meno di quello dei lavoratori. Rispetto a quello dell’intera popolazione, il tenore di vita dei pensionati sarebbe dell’83% nel 2070 rispetto al 98,7% nel 2021.

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L’analisi delle risorse è delicata a causa delle diverse fonti di finanziamento, in particolare i contributi patrimoniali, le imposte destinate e i contributi statali per alcuni regimi speciali. La spesa pensionistica rappresenterà il 13,4% del PIL nel 2023, un livello elevato nel confronto internazionale; tale quota diminuirebbe leggermente entro il 2070. Nel 2023 le risorse del sistema pensionistico ammontavano al 13,6% del PIL. Si prevede che questa quota diminuisca rapidamente in futuro, raggiungendo il 13,3% del Pil nel 2030 e il 12,4% nel 2070. Nel 2023, dei 384 miliardi di euro di risorse, solo 257 miliardi provengono da contributi.

Sensibilità agli sviluppi demografici ed economici

Dopo aver registrato eccedenze dal 2021 al 2023, il sistema pensionistico rimarrebbe in deficit a lungo termine. Il saldo del sistema pensionistico era in surplus nel 2023 di +3,8 miliardi di euro, pari allo 0,1% del Pil.

L’equilibrio del sistema pensionistico peggiorerebbe dal 2024 (-5,8 miliardi di euro), sotto l’effetto degli aumenti delle pensioni. Questo deterioramento continuerebbe per l’intero periodo di proiezione fino a raggiungere – 0,4% del PIL nel 2030 e – 0,8% del PIL nel 2070.

Le proiezioni finanziarie sono molto sensibili agli sviluppi demografici ed economici. Pertanto, il rapporto dedica una parte significativa all’analisi della sensibilità delle proiezioni a varie ipotesi, tra cui la fertilità, l’aspettativa di vita e il saldo migratorio. Ad esempio, una variazione nella fertilità o nella migrazione netta può influenzare in modo significativo l’equilibrio del sistema pensionistico.

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