Eid Al-Adha, in alcune indimenticabili tappe storiche

Eid Al-Adha, in alcune indimenticabili tappe storiche
Eid Al-Adha, in alcune indimenticabili tappe storiche
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Come tutti i marocchini già sanno, il 20 agosto 1953 ebbe luogo il rapimento del defunto Mohammed V e il suo esilio da parte delle autorità del protettorato francese.

Ciò che pochi di loro sanno, poiché non è stato evidenziato dagli storici, è che questo giorno coincideva con la celebrazione dell’Eid Al-Adha, indica Annahar Al Maghribia questo lunedì 17 giugno.

Si è trattato senza dubbio di una doppia punizione per i marocchini.

Il rapimento del Sultano era infatti coinciso con i festeggiamenti di questo grande giorno dell’anno, e aveva ulteriormente alimentato il sentimento di rifiuto del protettorato e esacerbato quello di nazionalismo nell’intera popolazione marocchina.

La reazione è stata tanto folgorante quanto inaspettata: innanzitutto, gran parte delle famiglie marocchine aveva deciso di non festeggiare l’Eid, e di non macellare le pecore, in segno di protesta.

Si erano invece riuniti nelle moschee, in quello che era stato considerato l’inizio della Rivoluzione del Re e del popolo.

Da quel giorno le moschee sono diventate luoghi di aggregazione e mobilitazione per migliaia di giovani, che poi si sono attivati.

I nazionalisti, continua il quotidiano, non hanno reagito immediatamente a questo atto abietto delle autorità del protettorato. Avevano aspettato fino alla fine dell’anno, approfittando delle celebrazioni di Natale e Capodanno per passare all’azione, compiendo diversi sanguinosi atti di resistenza in diverse città.

D’altra parte, continua Annahar Al Maghribiail rapimento del Sultano avvenne in un momento in cui molti nazionalisti e altre personalità importanti erano in pellegrinaggio alla Mecca.

Quando hanno saputo di questo atto dalle autorità del protettorato, hanno deciso di mobilitarsi a modo loro, approfittando della presenza in questi luoghi santi di importanti personalità di diversi paesi musulmani e arabi, per stabilire contatti con loro e chiedere il loro sostegno per accompagnare la lotta di liberazione.

Le autorità del protettorato, ovviamente, avevano sentito parlare di questi contatti, e il momento del ritorno dei pellegrini al porto di Casablanca era un giorno temuto dall’ultimo giorno dell’Hajj.

Le autorità francesi si aspettavano quindi che la situazione degenerasse non appena fossero arrivati ​​i pellegrini.

Il quotidiano ritorna anche sui rapporti tra il defunto Mohammed V e il pascià El Glaoui, affermando che quest’ultimo era fino a questi eventi un devoto della monarchia e un fedele servitore del Sovrano.

Ma, scrive il quotidiano, “i rapporti tra il potente Pascià di Marrakech e il Palazzo si erano deteriorati per ragioni sconosciute“.

Le fonti storiche tuttavia affermano, continua Annahar Al Maghribiache la data di questa rottura coincide con il festival di Mouloud, all’inizio degli anni Cinquanta.

Evidentemente, spiega il quotidiano, il Pascià di Marrakech non era d’accordo con la politica del Sultano, che ha deciso di avvicinare a sé i nazionalisti e di appoggiarli.

Di Amyne Asmlal

16/06/2024 alle 20:14, aggiornato il 16/06/2024 alle 20:14

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