Emmanuel Macron potrebbe ricandidarsi nel 2027 in caso di arrivo della RN a Matignon e dimissioni dall’Eliseo? – Liberazione

Emmanuel Macron potrebbe ricandidarsi nel 2027 in caso di arrivo della RN a Matignon e dimissioni dall’Eliseo? – Liberazione
Emmanuel Macron potrebbe ricandidarsi nel 2027 in caso di arrivo della RN a Matignon e dimissioni dall’Eliseo? – Liberazione
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Il Presidente della Repubblica ha sorpreso questa domenica sera accogliendo la richiesta del Raggruppamento Nazionale che da mesi chiedeva lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale in caso di successo delle elezioni europee. Questa nuova fase legislativa, annunciata per il 30 giugno e il 7 luglio, ha visto riemergere l’idea che Emmanuel Macron potrebbe candidarsi per la terza volta alle elezioni presidenziali del 2027. “Non finire il mandato per potersi candidare per la terza volta… Non è stupido, è allettante… ma pericoloso…” ha twittato domenica sera l’ex trader Jérôme Kerviel.

Allo stesso tempo, il giornalista di Figaro Georges Malbrunot ha ricondiviso una delle sue vecchie previsioni del novembre 2022, che – presentata come proveniente da un servizio di intelligence francese – annunciava che nel 2023 Macron avrebbe approvato la riforma delle pensioni utilizzando 49,3, avrebbe sciolto l’Assemblea e si sarebbe dimesso poi, per mancanza di maggioranza. Ciò gli consentirebbe, non avendo terminato il suo secondo mandato, di ricandidarsi immediatamente o alle elezioni successive.

Nessuna specificazione della durata nella Costituzione

Aggiornata ai giorni nostri, l’idea sarebbe quindi che Emmanuel Macron “approfitti” dello schiaffo ricevuto alle elezioni europee e dello scioglimento annunciato per poi dimettersi, e rappresentarsi subito dopo un interim da presidente del Senato Gérard Larcher.

ControllaNews si era già interrogato sulla natura costituzionale di questa ipotesi, di un terzo mandato per Emmanuel Macron. Uno scenario del genere sembra risalire a un pranzo tra l’ex ministro della Giustizia di François Hollande, Jean-Jacques Urvoas, e l’ufficio dell’Associazione ministeriale della stampa, il 22 novembre 2022.

Ispirandosi ad un testo relativo all’elezione del presidente della Polinesia francese, Urvoas, professore di diritto pubblico all’Università di Brest, ha dichiarato in Opinione : “Immaginiamo che il Presidente della Repubblica sciolga l’Assemblea prima della fine del suo mandato, perda le elezioni legislative e si dimetta. Il presidente del Senato fungerebbe quindi da presidente ad interim e verrebbero organizzate nuove elezioni. Emmanuel Macron non avendo ricoperto due mandati consecutivi interi, potrebbe quindi essere candidato”.

Diversi professori di diritti costituzionali si sono poi pronunciati sulla stampa per respingere questa idea, spiegando che il caso della Polinesia francese era diverso da quello francese. Nei testi giuridici che regolano lo status della Polinesia francese c’è scritto così “Il presidente della Polinesia francese non può esercitare più di due mandati quinquennali consecutivi” (suggerendo che possa scontare un terzo mandato se uno dei primi due non ha raggiunto i cinque anni). Nella Costituzione della Quinta Repubblica, rivista nel 2008, c’è scritto così “Il Presidente della Repubblica è eletto per cinque anni a suffragio universale diretto” E “nessuno può ricoprire più di due mandati consecutivi”, senza specificarne la durata.

“Questione di interpretazione”

Secondo la stragrande maggioranza degli esperti citati dai media, un terzo mandato sarebbe contrario allo spirito della legge e, se Emmanuel Macron dovesse candidarsi, il Consiglio costituzionale dovrebbe decidere su una terza candidatura senza precedenti per Emmanuel Macron.

Di fronte a questo disaccordo, Jean-Jacques Urvoas ha reagito in un post pubblicato da il Circolo degli Avvocati il 5 dicembre 2022, sviluppando la sua argomentazione e garantendo: “È tutta una questione di interpretazione”. E per concordare con i suoi colleghi costituzionalisti su un punto: se Emmanuel Macron tentasse un terzo mandato dopo le dimissioni, “spetterà quindi al Consiglio costituzionale, se necessario, decidere da un lato, autorizzando – o meno – la registrazione della candidatura di Emmanuel Macron, e dall’altro giudicando i ricorsi che non mancheranno di essere presentato contro la lista dei candidati alle elezioni presidenziali».

Contattato di nuovo questo lunedì da Controlla notizie, Jean-Jacques Urvoas sembra aver cambiato un po’ idea riguardo alla plausibilità dello scenario da lui menzionato: “Ammetto di essere stato convinto dalle argomentazioni dei miei eminenti colleghi”.

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