Integrità fisica: la Svizzera mette fine alla lotta di retroguardia contro il vaccino

Integrità fisica: la Svizzera mette fine alla lotta di retroguardia contro il vaccino
Integrità fisica: la Svizzera mette fine alla lotta di retroguardia contro il vaccino
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La fine di una battaglia di retroguardia contro i vaccini

Patrizio Monay– Vicedirettore capo della redazione Tamedia

Pubblicato oggi alle 15:31

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Poco discusso, presto dimenticato. L’iniziativa “Per la libertà e l’integrità fisica”, spazzato via alle urne questa domenica, non avrà entusiasmato la folla. E per una buona ragione: la crisi Covid è alle spalle, polemiche sulla vaccinazione anche, pure. Questo testo, lanciato in un momento in cui la pandemia stava sconvolgendo le nostre vite, aveva tutte le caratteristiche di una battaglia di retroguardia.

Soprattutto intendeva affrontare un problema che, in realtà, non esiste. Il diritto fondamentale all’integrità fisica e psichica è già scritto nero su bianco nella Costituzione svizzera. Quanto alla vaccinazione obbligatoria, obiettivo dichiarato dei promotori, nel nostro Paese è possibile solo in casi molto rari, in alcuni settori professionali esposti e a condizione che non sia possibile altra misura meno restrittiva. La stragrande maggioranza degli elettori ha chiaramente ritenuto che non fosse necessaria un’ulteriore menzione che richiedesse il consenso esplicito.

Inoltre, se ci si prende la briga di approfondire la questione, l’argomentazione del comitato di iniziativa è sufficiente a destare sospetti. Si trattava, oltre che dell’odiato vaccino, pulci sottocutanee, nanoparticelle, manipolazioni genetiche che verrebbero imposte ai cittadini per monitorarle. Tutto su istigazione di organizzazioni sospette come il Parlamento europeo o l’Organizzazione Mondiale della Sanità…Hai detto paranoico?

“Sì, all’ultimo baluardo della libertà!” – hanno proclamato gli autori del testo, senza dubbio ossessionati dallo spettro di una dittatura sanitaria finanziata dall’industria farmaceutica. Tuttavia, la Svizzera non ha mai conosciuto un regime del genere e non si sta muovendo verso uno di essi. Al contrario, resta uno dei Paesi più liberi e democratici del mondo, lontano anni luce dalla Corea del Nord o dalla Russia.

La prova è che qualsiasi iniziativa popolare – anche un testo dai toni cospiratori – può essere sottoposta al popolo sovrano. Abbiamo quindi votato su un ipotetico obbligo di vaccinazione. E ha deciso, per fortuna, di voltare pagina. Le nostre autorità hanno molti altri problemi e questioni sul tavolo.

Patrizio Monay è vicedirettore capo della redazione Tamedia. Dirige la rubrica Svizzera dal 2018, dopo essersi occupato dell’attualità dei cantoni francofoni dal 2012. Nato e domiciliato nel Vallese, è entrato nella redazione locale di 24heure nel 2000, dove ha lavorato in Costa Azzurra e nello Chablais.Più informazioni @PatrickMonay

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