La tendenza all'ottimismo è per l'artigianato nel Lot-et-Garonne?
Il settore è piuttosto in equilibrio, con molti lavoratori autonomi che hanno aperto attività. Oggi siamo stabili, circa 10.000 aziende nel Lot-et-Garonne, che rappresentano circa 30.000 posti di lavoro. Si potrebbe fare di più per essere più coerenti con le imprese, ma la Camera di Commercio è proprio ben posizionata sul mercato del lavoro e della formazione. Si sono rafforzati anche i legami con gli EPCI (istituti pubblici di cooperazione intercomunale), che ne sono partner.
Abbiamo voltato pagina rispetto al post-Covid e all’aumento dei costi di energia e materie prime?
Questa sera del 7 novembre è fatta proprio per voltare pagina, per mettere in risalto gli artigiani, è la loro festa. Non possiamo dire che questi problemi siano finiti, è dura per tutti, e i costi delle materie prime non sono stati digeriti. Ma gli artigiani hanno tra le mani la forza di reagire, di uscire dalla routine, sanno lottare. Bisogna soprattutto ridare visibilità a noi stessi, mentre standard e nomi cambiano ogni sei mesi. Rimescoliamo le carte ad ogni cambio di governo. Per quanto riguarda il sostegno all'apprendimento, siamo in fase di votazione: non sappiamo se cambieranno gli aiuti e le tariffe.
Sottovalutiamo ancora l’importanza dell’artigianato?
Le persone sono sempre molto sorprese dal numero di artigiani presenti nel loro territorio. Pensano che sia naturale che ci sia un fornaio, un parrucchiere o un artigiano nella loro città, senza sapere che la Camera ha fatto questo per aiutarli ad ambientarsi: non ci rendiamo conto del nostro coinvolgimento, del nostro lavoro in profondità. Aiutiamo a far battere il cuore dei villaggi. Per quanto riguarda l'apprendistato, stiamo raggiungendo l'obiettivo avvicinando qui 1.000 studenti, di cui dall'80 all'85% che una volta partiti trovano lavoro. È formazione, ma anche futuro, con l'acquisizione da parte degli apprendisti delle aziende dove sono stati formati, che rappresenta anche un ritorno per il manager aziendale.
Ci sono ancora settori in tensione?
Le sedici sezioni del nostro centro di formazione sono piene, anche il settore alberghiero e della ristorazione. Ma le aziende di tutti i settori hanno difficoltà a reclutare, non c'è professione che non sia in tensione, mentre nel dipartimento ci sono 25mila disoccupati.
Dov’è il lavoro del CFA?