Baume-Schneider: “L’Oms non eroderà la sovranità statale”

Baume-Schneider: “L’Oms non eroderà la sovranità statale”
Baume-Schneider: “L’Oms non eroderà la sovranità statale”
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La disinformazione sull’OMS richiede che i politici ne spieghino il ruolo, afferma Elisabeth Baume-Schneider. A due settimane dal voto sull’iniziativa per l’integrità fisica, si esclude ogni possibilità per l’Oms di “erodere la sovranità” degli Stati.

“Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità per spiegare il ruolo delle istituzioni” nella governance sanitaria, ha detto lunedì il consigliere federale a Keystone-ATS, a margine dell’Assemblea mondiale della sanità a Ginevra. Dall’inizio dei negoziati per un accordo contro le pandemie, due anni fa, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha continuato a contestare le accuse secondo cui avrebbe voluto sostituirsi agli Stati.

Una controffensiva ripetuta anche lunedì davanti ai membri da parte del direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus che ha attaccato ancora una volta questa “disinformazione”. Una campagna diffamatoria osservata anche in Svizzera sui social network.

“Alcune affermazioni sono errate e la pandemia non è riuscita a tranquillizzare alcune fasce della popolazione”, spiega il capo del Dipartimento federale dell’interno (DFI). Dobbiamo rassicurare queste persone e anche alcuni parlamentari, aggiunge.

I promotori del testo “Per la libertà e l’integrità fisica” vogliono che ogni individuo possa decidere liberamente cosa iniettare nel proprio corpo, anche in caso di emergenza sanitaria. “La Costituzione è chiara” ed è “inequivocabile per la tutela dell’integrità fisica e psicologica” del popolo svizzero, insiste il consigliere federale.

“Fretta” per evitare

Per il momento i 194 membri dell’Oms non hanno trovato un consenso entro i due anni previsti per un accordo contro le pandemie. Permangono divergenze tra i paesi del Nord e del Sud su questioni di proprietà intellettuale, accesso equo ai vaccini o condivisione di informazioni sugli agenti patogeni.

La Svizzera è particolarmente criticata dalle ONG e da alcuni paesi per la protezione delle sue aziende farmaceutiche. “Dobbiamo lasciare che coloro che negoziano facciano il loro lavoro”, si limita a dire con prudenza il consigliere federale, il quale ammette che “in una trattativa, tutti devono fare un passo”, in particolare per stabilire la “fiducia” essenziale per un consenso.

Come altri, anche la Baume-Schneider ritiene che la scadenza di due anni fosse “ambiziosa”. La Svizzera vuole un accordo, “ma non dobbiamo avere fretta”, ha affermato, invitando a riflettere su un approccio politico e tecnico adeguato alla sfida. Tuttavia “questo non dovrebbe durare per decenni”, afferma il consigliere federale.

Questo articolo è stato pubblicato automaticamente. Fonte: ats

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