“Nel Regno Unito come in Francia, la popolazione ha la sensazione di essere governata da un’élite prospera e globalizzata”

“Nel Regno Unito come in Francia, la popolazione ha la sensazione di essere governata da un’élite prospera e globalizzata”
“Nel Regno Unito come in Francia, la popolazione ha la sensazione di essere governata da un’élite prospera e globalizzata”
-

PProfessore di politica europea al King’s College di Londra e direttore del think tank UK in a Changing Europe, think tank dedicato allo studio della Brexit, Anand Menon commenta i risultati delle recenti elezioni europee visti da Londra. Osserva sorprendenti somiglianze tra la situazione politica nel Regno Unito e quella francese, ma anche diverse differenze significative.

Punto : Nel 2016, il Regno Unito ha deciso di lasciare l’Unione Europea con uno schianto. Oggi, con l’avvicinarsi delle elezioni britanniche del 4 luglio, il partito populista Reform UK sta scalando i sondaggi. Dovremmo vedere un parallelo con il successo del Raggruppamento Nazionale durante le elezioni europee in Francia?

Anand Menon: Ciò che accomuna questi eventi è un sentimento di disconnessione tra chi governa e chi è governato. La popolazione ha la sensazione che il paese sia governato da un’élite prospera e globalizzata che non rappresenta i suoi interessi e non gli somiglia. Più ci allontaniamo dalla capitale – e dai centri di potere – più questa nozione viene espressa con forza. A ciò si aggiunge l’impressione di essere tra quelli rimasti economicamente indietro. La crisi finanziaria del 2008, il Covid e l’elevata inflazione degli ultimi anni hanno messo in discussione tutte le certezze, in particolare sul fronte della crescita.

Anche le disuguaglianze si sono ampliate. Tuttavia, oggi si basano più sulle differenze patrimoniali che su quelle di reddito, un divario che i sistemi fiscali faticano a colmare. I contesti francese e britannico, tuttavia, differiscono politicamente. Nel Regno Unito, diversi anni di governo conservatore segnati dal caos hanno permesso alla sinistra di riconquistare terreno. Questo non è il caso della Francia, che ha vissuto un periodo di stabilità sotto Emmanuel Macron.

Anche l’immigrazione occupa un posto di rilievo sia nelle argomentazioni di Reform UK che di National Rally. Questi due movimenti sono allineati su questo tema?

L’immigrazione clandestina è denunciata con forza da queste due entità, che mostrano anche una spiccata tendenza anti-islamica. Ma c’è una grande differenza. In Francia, la libera circolazione prevalente nell’Unione Europea non è messa in discussione dalla destra populista, è considerata un dato di fatto. Nel Regno Unito, invece, l’assenza di controlli alle frontiere europee è vista come la radice del problema, spiegando il significativo aumento delle traversate della Manica su imbarcazioni di fortuna.

I risultati delle elezioni europee segnalano, più in generale, un rafforzamento dell’estrema destra in tutto il continente?

Assolutamente no. Cercare di identificare tendenze chiare che riflettano la situazione in tutti i 27 paesi che compongono il blocco europeo è un esercizio estremamente semplicistico. In Svezia e Finlandia, dove le disuguaglianze sono meno marcate, l’estrema destra è in declino. In Spagna il centrodestra sta facendo progressi. In Portogallo è il centrosinistra a guadagnare terreno. Non vedo uno schema generalizzato. La realtà è più frammentata e complessa di quanto suggeriscano i titoli dei giornali.

-

PREV Euro 2024. Il terribile dato statistico che farà tremare il Belgio per il resto del torneo
NEXT Incendio vicino al BHV a Parigi: sei persone ferite, una gravemente