Gli Hurons-Wendats al centro di un nuovo corso al Parco Cartier-Brébeuf

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Parks Canada dà la parola alla nazione Huron-Wendat in un nuovo percorso installato nel sito storico nazionale Cartier-Brébeuf, offrendo una nuova prospettiva sull’incontro con l’esploratore Jacques Cartier nel 1535.

Il progetto realizzato in collaborazione tra Wendake e il governo federale rientra nel processo di riconciliazione avviato dal Canada con le popolazioni indigene.

Riconciliazione significa consentire alle Prime Nazioni di raccontare la propria storia, consentendo due versioni, ha dichiarato venerdì mattina il Grand Chef Rémy Vincent. Assistere all’incontro tra due mondicontinua, il sito storico nazionale Cartier-Brébeuf riecheggerà meglio la visione degli Irochesi, che occuparono il territorio quando arrivarono i primi coloni.

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Rémy Vincent, Gran Capo della Nazione Huron-Wendat (Foto d’archivio)

Foto: Radio-Canada / Marika Wheeler

Installate lungo il fiume Saint-Charles, le opere vogliono essere sia divertenti che educative, permettendo ai bambini di avventurarsi lì. Il Gran Capo Vincent ha elogiato il lavoro di collaborazione con Parks Canada su questo tema specifico.

Vediamo sempre di più questo interesse del governo federale nell’inclusione delle Prime Nazioni. Mettiamo a frutto la nostra conoscenza e la esprimiamo.

Una citazione da Rémy Vincent, Gran Capo della Nazione Huron-Wendat

In rappresentanza del governo federale, il deputato Louis-Hébert, Joël Lightbound, ha insistito sull’importanza della condivisione la visione indigena della nostra storia comune. È importante ricordare cosa è successo qui.

La storia sfumata

Apparentemente banale, il progetto da 207.000 dollari è di grande importanza per la nazione Huron-Wendat. Nato da un’iniziativa di Parks Canada, il processo di creazione e costruzione avrebbe potuto essere dettato dal governo federale. Ma non è quello che è successo.

Il processo è importante, se non più importanteafferma Jean-Philippe Thivierge, storico dell’Ufficio Nionwentsïo della nazione Huron-Wendat. Il messaggio di riconciliazione arriva attraverso il riconoscimento e l’accettazione. […] Si tratta di dare all’altra persona lo spazio per parlare. Lo abbiamo raggiunto in questo progetto.

Il percorso ritorna più precisamente al secondo viaggio di Jacques Cartier. Testimonia le vicissitudini dei primi scambi tra europei e irochesi.

Ekionkiestha’, o Incontrareraffigura i primi contatti tra Jacques Cartier, un grande capo del villaggio di Stadaconé. I suoi figli, Taignoagny e Domagaya, tornarono dopo essere stati rapiti da Cartier nel 1534 a Gaspé.

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La Grande Hermine, di cui vediamo qui una replica, e La Petite Hermine, trascorsero un inverno nel sito storico nazionale Cartier-Brébeuf nel 1535-1536, alla confluenza dei fiumi Saint-Charles e Lairet. (Foto d’archivio)

Foto: per gentile concessione: Parks Canada

Kwatate’ndiara’sennihk, ovvero Ci aiutiamo a vicenda, parla dei primi scambi relativamente cordiali tra gli aborigeni e gli europei. Buoni rapporti che marcirà nell’autunno del 1535 culminato nel rapimento, da parte della squadra di Cartier, di 10 stadaconiani, tra cui Donnacona. Morti in esilio, non rivedranno mai più il loro villaggio.

Infine Tsonywa’ndiyonhrat, ovvero Abbiamo una sola mente, spiega il rapporto tra gli abitanti di Stadaconé e la natura. Mantenere buoni rapporti con la natura e rispettarla è quindi fondamentale poiché da essa provengono il cibo, i materiali utilizzati per costruire le longhouse e perfino le pelli per realizzare gli abiti.

Il percorso, co-costruzione tra il governo federale e Wendake, è stato completato ed è già accessibile al pubblico.

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