François Truffaut sotto i riflettori con un toccante documentario su 5 per i quarant’anni della sua scomparsa

François Truffaut sotto i riflettori con un toccante documentario su 5 per i quarant’anni della sua scomparsa
François Truffaut sotto i riflettori con un toccante documentario su France 5 per i quarant’anni della sua scomparsa
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Il regista François Truffaut, autore di capolavori della settima arte come I quattrocento colpi, Jules e Jim, Baci rubati O L’ultima metropolitanamorì quarant’anni fa, il 21 ottobre 1984 all’età di 52 anni, per un tumore al cervello. In questa occasione, la televisione rende omaggio a questa figura di spicco della New Wave, con un nuovo e commovente documentario, François Truffaut, lo scenario della mia vitain onda venerdì 25 ottobre su 5 e disponibile da oggi fino al 30 marzo 2025 su france.tv.

In questo film di 1h37 presentato a maggio al 77° Festival di Cannes nella sezione Cannes Classics, si parla di padri. Il padre biologico che il cineasta cercava, il suo padre spirituale, André Bazin, pilastro del suo Quaderni di cinemae il padre che lui stesso è diventato.

La produzione è di David Teboul, autore di documentari su Brigitte Bardot e Sigmund Freud, affiancato in questo progetto da Serge Toubiana, critico cinematografico e biografo di Truffaut. Fu proprio quest’ultimo a presentarlo alla famiglia Truffaut e a permettere al documentarista di accedere alla sua materia prima.

Pochi mesi dopo la sua morte, il regista ha voluto confidarsi con il suo amico d’infanzia, Claude de Givray, per approfondire la sua tormentata storia familiare. Ma non ci sarà tempo per completare questo lavoro autobiografico. Ciò trova qui la sua conclusione François Truffaut, lo scenario della mia vitaricco di corrispondenza – letta da attori e attrici come Isabelle Huppert o Pascal Greggory –, interviste a Truffaut e documenti inediti.

Il film è particolarmente toccante attraverso gli scambi epistolari violenti tra François Truffaut, sua madre e l’uomo che lo ha cresciuto, ma non è suo padre. Ciò che il futuro regista scoprì per caso, da adolescente, quando trovò il suo certificato di nascita: “Nato da padre sconosciuto“.

François Truffaut ha scritto ai suoi “padre legale“che non lo era”maltrattato” Di più “non trattatoE ricordare le ustioni dell’adolescenza, come quando i suoi genitori lo lasciarono solo per tre Natali. O quando in sua presenza dissero “l’estate sta arrivando, cosa facciamo con il bambino?“, per andarsene dalla loro parte, senza di lui. Scena in cui trasporrà su pellicola I Quattrocento Colpi.

Una volta diventato un regista riconosciuto, François Truffaut assumerà un investigatore privato per cercare il suo padre biologico. Il regista giungerà alla conclusione che il suo vero padre è ebreo e che la famiglia di sua madre, antisemita, lo ha rifiutato. Il film lascia intendere che la madre di François Truffaut, ricoverata in un centro per “madri non sposate”, conserverà il risentimento nei confronti del figlio a causa di questo soggiorno.

Il film si conclude con una toccante lettera che il cineasta aveva scritto a due delle sue figlie, dagli Stati Uniti dove si era recato per lavoro (recitò in particolare per Steven Spielberg in Incontri del terzo tipo). Missiva piena di calore, tenerezza e umorismo. Tutto il contrario di ciò che aveva conosciuto da bambino.

La settimana omaggio a François Truffaut inizia lunedì 21 ottobre, con la trasmissione su Arte di Baci rubatiseguito sullo stesso canale da un documentario sul suo attore preferito, Il cinema di Jean-Pierre Léaudinedito e firmato Cyril Leuthy.

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