È morta l’attrice Christine Boisson: ricordo di un’apparizione

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Nota per aver recitato nella sulfurea “Emmanuelle”, ma anche all’Antonioni e poi a teatro con i più grandi, Christine Boisson resterà per noi Cora, la magnetica tassista di “Extérieur Nuit”. Morì il 21 ottobre, all’età di 68 anni.

Christine Boisson nel gennaio 1985. Foto Pierre Perrin / GAMMA

Di Jacques Morice

Pubblicato il 21 ottobre 2024 alle 19:42

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On ricorda. Era una sera, in televisione, al Ciné-Club di Claude-Jean Philippe. Eravamo una manciata di amici delle superiori. Stava passando Esterno Notte, di Jacques Bral (1980). L’atmosfera era piuttosto rilassata. Abbiamo cominciato a guardare, dapprima non senza sarcasmo, poi è sceso il silenzio, abbiamo spento le ultime luci, era più adatto il buio completo. Ci siamo tuffati, totalmente affascinati dall’atmosfera appiccicosa del film, dalla sua musica blues-jazz mescolata al tango. Il film raccontava la deriva in una Parigi notturna di due fannulloni (Gérard Lanvin e André Dussollier) e soprattutto di Cora, giovane tassista, amazzone sfuggente, rapinatrice nel tempo libero, che sognava l’Argentina. Questa ragazza era Christine Boisson, un maschiaccio sexy con un po’ di rock, una camminata insolente e un punto misterioso molto vicino alla pupilla destra. Un’apparizione.

Non eravamo gli unici ad avere una cotta per lei. Due anni dopo, lo stesso grande Michelangelo Antonioni la chiamò per interpretare una giovane attrice di teatro Identificazione di una donna (1982). Era l’amante amorevole, gentile e terrena del personaggio principale.. Il maestro italiano ha potuto evidenziare Sla sua fronte bombata, i suoi capelli corti e il collo aperto, la rendono una modella molto pittorica.

Bellezza animale

La terza pietra miliare significativa è Libertà di notte (1983), uno dei film più belli di Philippe Garrel, con Maurice Garrel, dove interpreta una giovane donna algerina. In una scena a letto, dopo aver fatto l’amore, mezza vestita con un lenzuolo bianco, offre uno sguardo lungo e ad altissima intensità alla telecamera.

La sua bellezza animale e statuaria, con un tocco orientale, l’aveva portata a intraprendere la carriera di modella. Era ancora minorenne, a 17 anni, quando Just Jaeckin la reclutò per recitare nel famoso Emmanuelle (1974). Ciò che lo rese famoso e fu il suo veleno. L’ha confinata per un momento a ruoli nudi. Dopo un periodo al Conservatorio, è sfuggita alla trappola, affermandosi come un’attrice talentuosa, tanto sensuale quanto solida, dal carattere forte. In teatro ha lavorato con i più grandi, Claude Régy, Roger Planchon, Luc Bondy, Jacques Lassalle. Tra i suoi circa cinquanta altri film ci sono: Non molto cattolico (1993) di Tonie Marshall, Meccanica delle donne (2000) di Jérôme de Missolz, Il ballo delle attrici (2009) di Maiwen. È appena morta, troppo presto, a 68 anni.

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