Fine dei siti per adulti in Francia? La Giustizia ordina il blocco

Fine dei siti per adulti in Francia? La Giustizia ordina il blocco
Fine dei siti per adulti in Francia? La Giustizia ordina il blocco
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È questa la fine dei contenuti per adulti in Francia? L’eredità rabelaisiana e le altre frivolezze saranno definitivamente consegnate all’oblio? La giustizia francese ha appena suonato i campanelli d’allarme di un settore che rischia di prendere un raffreddore.

Il 17 ottobre 2024 la Corte d’appello di Parigi ha emesso una decisione storica sull’accesso ai siti pornografici. Convalidando il blocco di quattro siti stabiliti al di fuori dell’Unione europea, il sistema giudiziario francese compie un ulteriore passo avanti nel suo desiderio di regolamentare meglio l’accesso ai contenuti per adulti su Internet. Tuttavia, questa decisione suscita dibattiti sulla sua reale efficacia e sulle modalità per garantire la protezione dei minori da questi contenuti.

Una decisione giuridica emblematica

Questo caso affonda le sue radici nelle cause intentate da diverse associazioni di tutela dell’infanzia e della famiglia, che denunciavano la facilità con cui i giovani potevano accedere a contenuti pornografici online.

Secondo queste associazioni, i siti presi di mira non avrebbero adottato misure sufficienti per verificare l’età dei visitatori, come previsto dalla legge francese. Di conseguenza, è stata avanzata la richiesta di bloccare queste piattaforme.

La Corte d’Appello di Parigi si è infine pronunciata a favore di queste richieste. Nella sua sentenza ha convalidato il blocco di quattro siti pornografici che non rispettano la legislazione in vigore.. Questi siti sono accessibili dalla Francia e non rispettano gli obblighi legali francesi in materia di controllo dell’età. Il blocco di questi siti dovrebbe entrare in vigore dalla fine di ottobre e i fornitori di servizi Internet saranno tenuti a conformarsi sotto pena di sanzioni.

Tuttavia, l’implementazione di questo tipo di blocco è tecnicamente complessa e controversa. Se in teoria il blocco dei siti web è possibile tramite restrizioni imposte dagli ISP (Internet Service Provider), in pratica queste misure possono essere facilmente aggirate dagli utenti Internet esperti, in particolare attraverso l’uso di VPN (reti private virtuali) o proxy. Pertanto, la reale portata di questa decisione giudiziaria rimane incerta per quanto riguarda la sua efficacia a lungo termine nella protezione dei minori.

Questa decisione legale fa parte di un contesto più ampio di rafforzamento delle normative sui contenuti per adulti. Pochi giorni prima, l’ARCOM (Autorità di regolamentazione per le comunicazioni audiovisive e digitali) aveva adottato un’altra misura per cercare di contrastare l’accesso dei minori a questi contenuti. L’autorità ha quindi deciso di dare un ultimatum di tre mesi ai siti pornografici affinché istituiscano un efficace sistema di verifica dell’età.

ARCOM richiede che questi siti richiedano ora l’utilizzo di una carta di credito o l’intervento di una terza parte di fiducia per verificare l’età dei visitatori. L’idea è garantire che solo gli adulti possano accedere ai contenuti pornografici. Questa decisione arriva in risposta alle critiche di associazioni e governo, che ritengono che la semplice casella “Ho più di 18 anni” sia inefficace e facilmente aggirabile.

Tuttavia, l’obbligo di fornire informazioni bancarie per accedere a siti per adulti solleva anche problemi di privacy e sicurezza dei dati. Gli utenti potrebbero essere riluttanti a trasmettere tali informazioni, anche su piattaforme sicure. Inoltre, la realizzazione di questo tipo di impianti resta costosa e complessa per i siti interessati, in particolare per quelli di piccole dimensioni.

= Una tendenza fondamentale che solleva interrogativi =

Nonostante questi sforzi, rimane una domanda: queste decisioni e misure saranno davvero efficaci? Allo stato attuale, i mezzi tecnici implementati sembrano relativamente facili da aggirare per chiunque conosca un po’ di informatica. L’utilizzo delle VPN per accedere ai siti bloccati o il ricorso ad alternative come il Dark Web rimangono soluzioni utili per gli utenti che desiderano aggirare le restrizioni.

In realtà la vera questione non sembra essere solo tecnica, ma anche sociale. La questione dell’accesso dei giovani alla pornografia online non può essere risolta solo con la repressione o con sistemi di verifica dell’età. Per molti esperti è soprattutto una questione educativa che deve avere la precedenza. Sensibilizzare i giovani e i loro genitori sui pericoli dell’esposizione alla pornografia, nonché sui rischi che può comportare sulla percezione della sessualità, è probabilmente la strada più efficace a lungo termine.

In conclusione, se le decisioni della Corte d’Appello di Parigi e di ARCOM mostrano una ferma volontà da parte delle autorità di controllare meglio l’accesso ai contenuti per adulti, rivelano anche i limiti di queste misure in un mondo digitale in continua evoluzione. Sembra che solo un approccio globale che combini regolamentazione, tecnologia e istruzione possa davvero rispondere a questo problema sociale.

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