La foresta continua a crescere in Val-de-Ruz, ma lo fa più lentamente che in passato, soprattutto a causa della siccità che ha sofferto negli ultimi due anni. Se ne è accorto anche il Comune, il più grande proprietario forestale del cantone di Neuchâtel. Inoltre, aggiunge il consigliere comunale responsabile delle foreste Daniel Geiser, il potenziale per la produzione di legno è stato un po’ sopravvalutato. Un’analisi del 2011 fissava la soglia annua a 20.000 metri cubi. La gestione di un bosco richiede una visione a lunghissimo termine, 100, anche 150 anni, il Comune preferisce limitarsi a 15.000, anche 16.000 metri cubi, di cui il 70% per legname tecnico e il 30% per legname energetico.
Normalmente la quantità estratta dalle foreste della Val-de-Ruz è appena sufficiente ad alimentare i sei sistemi di teleriscaldamento (CAD) di Vaudruz. Questi consumano circa 6.000 metri cubi all’anno. Dopo due anni di siccità, le autorità hanno deciso di essere caute, di ridurre la domanda su queste foreste e di procurarsi parzialmente l’energia ricavata dal legno al di fuori dei confini comunali.
Il nuovo progetto CAD a Geneveys-sur-Coffrane e il previsto prolungamento di Vivaldis a Cernier e Fontainemelon non aiuteranno gli affari del Comune.
Per il momento questa situazione non ha alcun impatto sulle finanze del comune. Sul conto forestale entrano meno soldi, ma ci sono anche meno spese, spiega il direttore. Dato che il cambiamento climatico non tiene conto delle frontiere, la situazione nella Val-de-Ruz non è unica. In definitiva, la legge della domanda e dell’offerta potrebbe causare un aumento dei prezzi e sconvolgere il fragile equilibrio tra entrate e spese.
Alla fine della catena, il cittadino riscaldato grazie al CAD non dovrebbe vedere alcuna differenza, almeno per il momento. Il prezzo della legna fornita dal Comune, ad esempio a Vivaldi, è fissato in anticipo e a lungo termine.
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