A Nizza un paziente era stato vaccinato sei volte nello stesso giorno: il Chu ha esonerato

A Nizza un paziente era stato vaccinato sei volte nello stesso giorno: il Chu ha esonerato
A Nizza un paziente era stato vaccinato sei volte nello stesso giorno: il Chu ha esonerato
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Di Jeremy Attali
pubblicato su

3, 24 maggio alle 14:53

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Il Consiglio di Stato ha licenziato un ex paziente del centro ospedaliero di Nizza (Alpi Marittime), il cui stato di salute era improvvisamente peggiorato un anno dopo aver ricevuto l’iniezione di sei vaccini nello stesso giorno prima di volare in Benin.

La giovane, allora 19enne, intendeva proteggersi contro “febbre gialla, difterite, tetano, poliomielite, pertosse, epatite A, epatite B, meningite A, C, W135 e Y e febbre tifoide”.

Ma quattro mesi dopo, il suo stato di salute era “peggiorato” ed era stata rimpatriata: le verranno diagnosticate la “fibromialgia” e la “sindrome da stanchezza cronica associata a patomimia neurologica somatoforme” – un disturbo mentale che porta a simulare una malattia, consciamente o meno.

Il paziente si rivolge al tribunale

Il paziente ha quindi presentato ricorso al tribunale amministrativo di Nizza: ha chiesto più di 2,6 milioni di euro “a titolo di risarcimento delle conseguenze dannose che ritiene di aver subito a causa dei vaccini” che le erano stati somministrati. Ma la sua richiesta è stata respinta nel 2021 dal tribunale amministrativo di Nizza e poi nel 2022 dalla corte amministrativa d’appello di Marsiglia. Il paziente ha quindi fatto ricorso, in ultima istanza, al Consiglio di Stato, richiedendolo incidentalmente € 3.500 per le sue spese legali.

Secondo lei la sentenza del tribunale amministrativo d’appello di Marsiglia è viziata “errore di diritto” : non avrebbe dovuto “respingere la colpa dell’ospedale universitario di Nizza” con il pretesto che “aveva dato il suo accordo a ricevere sei vaccini nello stesso giorno”. Nel suo appello, la giovane ha ritenuto che questa “scelta di somministrare sei vaccini” nello stesso luogo “non era coerente con i dati scientifici e rivelava una mancanza di attenzione da parte del medico nei confronti del suo paziente”.

Il Consiglio di Stato respinge la sua richiesta

Ma in una sentenza del 28 marzo 2024 appena resa pubblica, il Consiglio di Stato ritiene a sua volta che nessuno degli argomenti «è tale da consentire l’accoglimento del ricorso». La responsabilità dell’Ufficio nazionale per il risarcimento degli infortuni sanitari (ONIAM) non può più essere fidanzatoa seconda della giurisdizione.

La corte amministrativa d’appello di Marsiglia aveva infatti già stabilito che nulla provava che “la fibromialgia e la sindrome da stanchezza cronica di cui soffre il ricorrente potessero essere attribuite con certezza” ai prodotti iniettati, tanto più che “nessuna complicanza locale” non si era verificato al momento delle sei iniezioni.

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Nessun legame tra vaccini e malattie

La “letteratura medica” non ha stabilito alcun “nesso certo tra l’iniezione di questi vaccini e queste malattie”, secondo i giudici. I medici dell’ospedale non potevano quindi informarlo di un potenziale “rischio”, in quanto loro stessi non ne erano consapevoli.

La Cassa di Assicurazione Malattia Primaria (CPAM) del Var, che ha tra l’altro reclamato 70.000 euro dall’Ospedale Universitario di Nizza per le spese sanitarie che ha dovuto sostenere per la sua previdenza sociale, non sarà quindi indennizzata.

MJ – PressPepper

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