Il dizionario degli amanti della Mosella: LEONE D’ORO DI ANCY-SUR-MOSELLE

Il dizionario degli amanti della Mosella: LEONE D’ORO DI ANCY-SUR-MOSELLE
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Ogni mattina, Nicolas Turon rende omaggio al suo dipartimento con un testo divertente, tenero e sapiente, sotto forma di dichiarazione d’amore per la Mosella. Sceglie un emblema appartenente alla storia o all’attualità e lo tratta in modo insolito.

Il leone d’oro è una specie animale comune nei marchi di ristoranti francesi, allo stesso modo di Volpe e segugi in Inghilterra. Ci sono tanti felini d’oro nelle nostre città quasi quante sono le Brasseries du Stadium o il Relais de la Poste; ma il leone di Ancy costituisce un’eccezione, anche se solo per la durata della sua esistenza…

Per tutto il XIX secolo, bar, estaminet, taverne e mense fiorirono nelle strade francesi per abbeverare e nutrire i lavoratori della rivoluzione industriale. L’origine del Leone d’Oro risale a questo secolo. Non servono ancora la testa di vitello con salsa ravigote, ma già coltivano il senso dell’aneddoto: se l’angolo del bar potesse parlare, racconterebbe. Strofina lo zinco e verranno fuori storie di genio.

Quella dell’acquisizione del bar da parte di Daniel e Francine, nel 1983, per esempio: Daniel è originario di Amnéville. Fa il toelettatore di cani, ma, allergico ai peli degli animali, è costretto a cambiare lavoro. Sua moglie, un’estetista, è la figlia del fornaio di Ancy, un Courouve, nipote di Raymond Mondon; la vediamo accanto al Ministro nelle fotografie scattate all’arrivo di una tappa del Tour de France…

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