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Assenza di Diomaye al vertice della Francofonia: Grosse Faye per il Senegal – Lequotidien

Assenza di Diomaye al vertice della Francofonia: Grosse Faye per il Senegal – Lequotidien
Assenza di Diomaye al vertice della Francofonia: Grosse Faye per il Senegal – Lequotidien
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Per la prima volta il capo di Stato senegalese non parteciperà al vertice della Francofonia in corso in Francia. Un’assenza presidenziale che costituirà un segnale diplomatico del nuovo regime che si definisce sovranista. Par Bokar Sakho –

Il presidente Bassirou Diomaye Faye sarà questa mattina a Mbour per partecipare alla giornata “Set-setal” per tornare nel regno della sua infanzia. Sarà al Liceo Demba Diop dove ha conseguito il Baccalaureato nel 2000. Se l’ultimo giorno lo avesse trovato a Pechino per partecipare al Summit Cina-Africa, questo avrebbe potuto trovarlo, ieri e oggi, anche a Villers-Cotterêts, al 19° Vertice dell’Organizzazione Internazionale della Francofonia (Oif). Nell’edizione di ieri, il quotidiano Enquête ha annunciato la sua assenza da questo grande incontro dei paesi francofoni dove si sono riuniti una trentina di capi di Stato e di governo, tra cui Emmanuel Macron e il segretario generale dell’OIF, Louise Mushikiwabo. Se non c’è stato un comunicato stampa ufficiale per spiegare questa decisione, questa assenza non può essere ignorata.

Si tratta di una prima volta nella storia dell’organizzazione, di particolare importanza per il Senegal. Se l’organizzazione è considerata dai suoi detrattori uno strumento di propaganda o di dominio della Francia oppure un’organizzazione in decadenza, il Senegal ha sempre avuto nei suoi confronti un attaccamento particolare. Innanzitutto c’è il peso della storia, che le conferisce una forma di atavismo. Léopold Sédar Senghor, come Diori, Bourguiba e Norodom Sihanouk della Cambogia, è stato uno dei padri fondatori dell’Oif, creato il 20 marzo 1970 a Niamey per garantire la promozione della “cooperazione politica, educativa, economica e culturale tra i suoi paesi membri , al servizio delle popolazioni”. Senza dimenticare il passaggio dell’ex presidente del Senegal Abdou Diouf alla guida dell’istituzione, dal 2003 al 2015. È stato in patria, a Dakar, nel 2014, che ha presieduto il suo ultimo vertice come segretario generale dell’Oif, che è all’origine della creazione del Cicad dove, il 14 ottobre, il presidente Faye è atteso alla cerimonia di presentazione e divulgazione del Documento di Politica Nazionale di Sviluppo, alla presenza del governo e di tutti i partner del Senegal.

Oggi, questo incontro semestrale è un mosaico di paesi come la Georgia, la Romania e la Svizzera, con la visita del re della Cambogia e del presidente del Laos, così come di altri leader del pianeta. Per Dakar, è Yassine Fall, ministro dell’Integrazione africana e degli Affari esteri, a guidare la delegazione senegalese a Villers-Cotterêts, perché si tratta di un momento di dibattito di orientamento diplomatico in un contesto internazionale segnato dalla guerra in alcuni paesi del Medio Oriente paesi in cui la situazione rimane molto instabile. “La Francofonia, ovunque, è in qualche modo un intermediario. È questo linguaggio che ci permette di costruire la rete, la rete delle amicizie, della comprensione umana, della diplomazia dell’azione, dell’analisi. La Francofonia, agli occhi di Emmanuel Macron, costituisce uno spazio di influenza i cui membri devono portare avanti insieme una diplomazia che difenda ovunque la sovranità e l’integrità territoriale senza doppi standard.

Crediamo tutti nella libertà dei popoli di autodeterminarsi, siamo convinti che non possa esserci pace in Medio Oriente senza una soluzione a due Stati. Siamo tutti al fianco dell’amichevole popolo libanese, oggi disgregato nella sua sovranità e pace”, spiega il Presidente.
Francese.
[email protected]

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