Lettera del giorno: autostrada, incubo davanti

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Autostrada: incubo davanti a sé

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Pubblicato: 04.10.2024, 10:28

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Ginevra, 3 ottobre

Ecco la mia lettera sul futuro voto del 24 novembre sulle autostrade e sull’impatto dell’ampliamento sulla qualità della vita nella città di Ginevra. Per gli abitanti della città di Ginevra il previsto ampliamento dell’autostrada tra Nyon e Vengeron si preannuncia un vero incubo. La nostra città, alla fine di un imbuto, rischia di ritrovarsi ancora più congestionata di oggi. Immaginare, come spiegano i difensori del progetto, che le auto in più non lasceranno mai l’autostrada è solo il riflesso della loro cecità… o peggio, del loro desiderio di ingannare per difendere determinati interessi.

Lo stesso Ufficio federale delle strade prevede che, a pochi anni dalla fine dei lavori di ampliamento, il numero di veicoli che si riverseranno alle porte della città quasi raddoppierà! Le auto in più confluiranno logicamente nei nostri quartieri e nelle nostre strade, ovunque si trovino posti di lavoro e case. Tuttavia tutti possono facilmente comprendere che le nostre strade non possono essere allargate. Il rischio è una paralisi ancora più diffusa di oggi!

È una corsa infinita e perdente. Con ogni aumento della capacità stradale, rafforziamo l’attrattiva dei viaggi in auto e creiamo ulteriore congestione nei luoghi di partenza e di destinazione degli utenti. Tutti poi si lamentano dei disagi generati dal traffico: rumore e inquinamento, mancanza di parcheggi, ore di ingorghi, ecc.

Anche se la congestione e il disagio sono già una realtà quotidiana, è davvero una buona idea gettare migliaia, addirittura decine di migliaia, di auto in più sulle nostre strade? Fermiamo questa corsa a capofitto! Se i vostri problemi fossero, per caso, la congestione stradale, l’inquinamento acustico, la sicurezza, l’inquinamento, le isole di calore, la tutela dei nostri paesaggi, la perdita di attrattività e di qualità della vita nelle città? Spendere 5 miliardi per questi progetti autostradali non è la soluzione!

Vincenzo Milliard

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