Partenze di migranti irregolari nei mesi di gennaio e giugno 2024: più di 200 imbarcazioni, con 19.260 migranti, sbarcati alle Isole Canarie

Partenze di migranti irregolari nei mesi di gennaio e giugno 2024: più di 200 imbarcazioni, con 19.260 migranti, sbarcati alle Isole Canarie
Partenze di migranti irregolari nei mesi di gennaio e giugno 2024: più di 200 imbarcazioni, con 19.260 migranti, sbarcati alle Isole Canarie
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Tra gennaio e giugno 2024, il Comitato interministeriale per la lotta alla migrazione irregolare (Cilmi) ha registrato l’arrivo alle Isole Canarie di 294 imbarcazioni con 19.260 migranti irregolari. Tra questi, 24 canoe provenienti dal Senegal. Lo annuncia il segretario permanente, controllore generale della polizia Modou Diagne, in un documento intitolato ”Situazione dell’immigrazione irregolare in Senegal”.

Per arginare il fenomeno dell’emigrazione irregolare, l’ex Presidente della Repubblica Macky Sall ha creato, con decreto n. 2020-2393 del 30 dicembre 2020, il Comitato interministeriale per il contrasto all’immigrazione irregolare (Cilmi). Da diversi mesi è diretto dal controllore di polizia generale Modou Diagne. Quest’ultimo, attraverso un documento intitolato ”Situazione dell’immigrazione irregolare in Senegal”, ha fatto il punto sulla situazione di questo fenomeno che continua a crescere nel Paese.

Tra gennaio e giugno 2024, secondo il segretario permanente, la struttura da lui gestita ha registrato l’arrivo alle Canarie di 294 imbarcazioni con 19.260 migranti irregolari, tra cui 24 canoe provenienti dal Senegal.

Nel gennaio di quest’anno sono arrivate alle Isole Canarie 108 imbarcazioni con 7.186 migranti irregolari; sono state censite tre canoe provenienti dal Senegal. A febbraio sono arrivate alle Canarie 72 imbarcazioni con 4.746 migranti irregolari e cinque canoe dal Senegal. A marzo sono arrivate alle Isole Canarie 20 imbarcazioni con 1.144 migranti irregolari e quattro canoe dal Senegal.

Nei mesi di aprile, maggio e giugno sono arrivate alle Isole Canarie rispettivamente 41 imbarcazioni con 2.786 migranti irregolari e quattro canoe dal Senegal, 18 imbarcazioni con 1.180 migranti irregolari e tre canoe dal Senegal, e 35 imbarcazioni arrivate in Isole Canarie con 2.218 migranti irregolari, pari al 5,7% degli arrivi da Senegal e Gambia.

In confronto, durante il picco delle partenze in canoa tra il 2006 e il 2009, c’erano 31.000 migranti a bordo di 515 imbarcazioni. Nessuna partenza di canoe dal Senegal è avvenuta dal 2009 al 2017. C’è stata una timida ripresa tra il 2018 e il 2019.

Successivamente, secondo lui, si è verificata un’impennata nel 2020, con l’arrivo di 41 canoe in partenza dal Senegal; Nel 2020 sono arrivati ​​alle Canarie 3.632 migranti senegalesi. Tra novembre 2020 e luglio 2021, invece, non è avvenuta alcuna partenza riuscita. Si sono registrate partenze di senegalesi da Gambia, Mauritania e Marocco, soprattutto a partire dal 2021, con quattro partenze riuscite nel 2021.

Nel 2023 si è registrato un picco di partenze, con 16 canoe arrivate alle Isole Canarie dalla costa senegalese nella prima metà dell’anno. ”L’immigrazione irregolare non è un reato in alcuni Paesi, il migrante trafficato non è punibile, è considerato una vittima. Gli sono applicabili solo misure amministrative (respingimento, espulsione, rimpatrio, ecc.)”, sottolinea il controllore generale Modou Diagne nella stessa fonte.

Migrazione via mare

Secondo il documento, via mare, esiste l’asse Kayar – Sendou – Fass Boye – Isole Canarie (quattro partenze riuscite nel 2018); Asse Banjul – Kayar, Sendou, Mbour – Isole Canarie (diversi tentativi falliti per vari motivi: problema tecnico, perdita di punti di riferimento o intercettazione). Si sono registrate anche diverse partenze dal Gambia nel 2019 e un aumento delle partenze dal Senegal nel 2020 (isole Mbour, Teffess, Joal, Nianning, Saint-Louis, Saloum).

I costi di viaggio variano tra 150.000 e 650.000 franchi CFA per passeggero. Quattro partenze hanno avuto successo nel 2021 dal Senegal.

Per fronteggiare meglio l’emigrazione irregolare via mare è stato istituito un sistema. Ciò comporta la mobilitazione delle risorse aeree e navali delle forze di difesa e sicurezza (polizia, gendarmeria, marina e aeronautica militare) nonché di quelle della Direzione per la protezione e sorveglianza della pesca, l’organizzazione di mezzi terrestri, a piedi e motorizzati, misti marittimi o rotazionali , pattugliamenti aerei volti a prevenire tentativi di imbarco dalle coste senegalesi e l’istituzione di un centro di coordinamento delle operazioni a livello navale nazionale.

Esiste anche una sala di servizio istituita a livello del Ministero degli Interni per garantire la condivisione di informazioni tra le forze di difesa e sicurezza (FDS) a livello nazionale e il Centro di coordinamento regionale delle Isole Canarie, nonché un distaccamento a rotazione di un ufficiale di collegamento (marina nazionale, aeronautica militare, gendarmeria nazionale e polizia nazionale) per 45 giorni presso il centro di Las Palmas, al fine di raccogliere e facilitare la condivisione di informazioni sulle partenze di imbarcazioni di migranti illegali anche dalle coste dell’Africa occidentale come la creazione del Cilmi come quadro di coordinamento della lotta all’immigrazione irregolare.

Cilmi come risposta istituzionale

Al fine di trovare soluzioni per l’eradicazione di questo fenomeno divenuto una piaga nel nostro Paese, dopo decenni di attuazione di strategie tanto diverse quanto variegate, le alte autorità statali hanno quindi deciso di creare un Comitato interministeriale di contrasto all’emigrazione clandestina ( Cilec) con un nuovo approccio inclusivo costruito attorno a una strategia multisettoriale e multiattore, che mira a mobilitare i servizi statali, le comunità di base e i partner per lo sviluppo.

Cilmi è invece una struttura di coordinamento e monitoraggio dei servizi preposti all’emigrazione e alla sorveglianza del territorio. È un servizio annesso all’ufficio del Ministro dell’Interno. Diretto da un segretario permanente, dispone, oltre ai membri ex officio dei ministeri, di altre strutture statali e non statali, di comitati regionali e dipartimentali, di un deputato, di cinque divisioni, di 10 uffici e di un segretariato specifico.

Il suo funzionamento in modalità collegiale offre una piattaforma equilibrata per decisioni concertate e consensuali, garantendo una maggiore efficacia delle azioni. ”Questa strategia rappresenta la visione del Senegal per lottare contro l’immigrazione irregolare al fine di ridurre drasticamente questa piaga entro il 2032. Questa visione si basa sulle politiche pubbliche in vigore e si ispira alle dichiarazioni e risoluzioni in materia a cui si è allontanato il nostro Paese. E’ il risultato di un lungo processo di consultazione inclusiva, consultiva e iterativa che ha riunito pubbliche amministrazioni, settore privato, organizzazioni della società civile e partner tecnici e finanziari impegnati nella gestione delle migrazioni”, informa il numero uno della Cilmi nel documento.

Per quanto riguarda le modalità pratiche per l’attuazione del piano d’azione, ce ne sono tre. Sul piano giuridico e istituzionale si tratterà di rafforzare il meccanismo nazionale di coordinamento delle risorse umane, finanziarie e logistiche sufficienti; accelerare il processo di adozione della nuova legge sul traffico di migranti migliorando le misure repressive contro i trafficanti, i trasportatori e gli organizzatori; fornire un fondo per sostenere i migranti irregolari in transito o in difficoltà e in ritorno; e di istituire comitati regionali e dipartimentali.

Sul fronte della sicurezza, ciò comporterà il rafforzamento dei valichi di frontiera ufficiali, il proseguimento della modernizzazione del controllo e della sorveglianza delle frontiere, la messa in funzione del centro di raccolta e analisi dei dati migratori (CCADM) e il rafforzamento dello scambio di informazioni intra e interservizi in la lotta all’immigrazione irregolare.

A livello economico e sociale, Cilmi intende informare, comunicare e sensibilizzare sui pericoli della migrazione irregolare e sulle opportunità di successo tra il grande pubblico e le comunità colpite, seguendo quadri compatibili con le realtà socio-culturali locali, sviluppare opportunità di migrazione regolare , lavoro e stipulare accordi sulla migrazione circolare, mitigare le cause profonde della migrazione irregolare attraverso la promozione e lo sviluppo a livello locale dei settori economici e sociali, promuovere il settore della pesca e tenere conto delle preoccupazioni professionali dei potenziali pescatori e pescivendoli, e promuovere la formazione (tecnica e professionale) e l’occupabilità dei giovani e delle donne.

Dal 1° ottobre sono previsti l’insediamento dei comitati regionali e dipartimentali nelle aree di partenza, un incontro con i punti focali e la costituzione del comitato come istituzione pubblica.

Con Enquêteplus.com

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