Il parlamento vallone fa marcia indietro sulle zone a basse emissioni

Il parlamento vallone fa marcia indietro sulle zone a basse emissioni
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La commissione Ambiente del Parlamento vallone si è riunita d’urgenza questo mercoledì mattina, parallelamente alla penultima sessione plenaria della legislatura. All’ordine del giorno: una proposta di decreto che abroga il divieto generale di circolazione, in Vallonia, per i veicoli più inquinanti, misura prevista in un decreto del gennaio 2019 sulla lotta all’inquinamento atmosferico legato alla circolazione dei veicoli.

Il testo sostenuto dalla maggioranza è stato approvato all’unanimità. Sarà sottoposto questo venerdì al voto dell’ultima plenaria prima delle elezioni.

Nel corso dei dibattiti, il ministro dell’Ambiente, Céline Tellier, è tornato sugli argomenti che hanno portato a questo cambiamento di opinione. L’inquinamento da biossido di azoto (NO2) è localizzato principalmente nelle città e i divieti di circolazione al di fuori di questi centri urbani avrebbero un impatto minimo sulle concentrazioni di NO2. D’altro canto causerebbero molti disagi a causa della mancanza di alternative all’auto nelle zone rurali, ha spiegato.

“Alla luce dei risultati di diversi studi, il divieto progressivo di circolazione su tutto il territorio vallone – decisione del precedente ministro dell’Ambiente, Carlo Di Antonio (Les Engagés), ndr – appare oggi come una misura sproporzionata, di difficile applicazione sulla scala di un territorio vasto e diversificato come la Vallonia, e soprattutto poco efficace nel migliorare realmente la qualità dell’aria”, ha sintetizzato il ministro.

Nelle file parlamentari, il PS e l’Ecolo, all’opposizione alla fine della passata legislatura, hanno ricordato che all’epoca avevano espresso le loro riserve riguardo alla creazione di una zona di emissione diffusa.

La MR aveva sostenuto il progetto del suo socio di maggioranza. “Non sono un feticista. Non ho problemi a cambiare rotta ma i tempi e le modalità sono oggettivamente peculiari. Avete avuto cinque anni per organizzarlo e dobbiamo finalmente votare urgentemente questo testo. Non credo che questo sia il modo migliore di procedere”, ha sottolineato il liberale Olivier Maroy.

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“Abbiamo sempre ritenuto questa misura ingiusta, elitaria e antisociale perché non esistono alternative ovunque. Oggi, a 47 giorni dalle elezioni, la maggioranza se ne rende conto. Che momento magico”, ha detto Jori Dupont (PTB). Quanto agli Engagés, sono rimasti sorpresi dal ritardo necessario a questo cambio di direzione. “Non contestiamo che la misura non corrisponda più alla realtà; le cose possono cambiare nel tempo. Le analisi ci dicono che questo non è lo strumento giusto. Va bene. Ma allora, qual è lo strumento giusto per affrontare questo problema di salute pubblica? Rimaniamo affamati”, secondo il leader del gruppo centrista al parlamento vallone, François Desquesnes.

Inizialmente annunciata per il 2023, la zona generalizzata a basse emissioni sarebbe dovuta entrare in vigore il 1° gennaio 2025 nel sud del Paese. Inizialmente prevedeva il divieto di circolazione dei veicoli senza Euronorm ed Euronorm 1, 2 e 3, ovvero 17.500 veicoli (0,84%). A questi ultimi si sarebbero poi aggiunti progressivamente tutta una serie di veicoli inquinanti.

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